The Walking Dead 7x08, "Hearts Still Beating": la recensione

Ecco la nostra recensione dell'ottavo episodio della settima stagione di The Walking Dead, intitolato "Hearts Still Beating"

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Ed eccoci arrivati ad un nuovo mid-season finale di The Walking Dead, un episodio sicuramente di preparazione per la seconda parte di questa settima stagione ma al tempo stesso essenziale per la storia della serie. "Hearts Still Beating" è un piano di guerra e questo lo si evince specialmente dai primi quaranta minuti nei quali si cercano di capire le intenzioni di ognuno dei personaggi. Per qualche istante ci catapultiamo anche nel regno di Ezekiel dove Morgan e Carol vivono le loro vite in maniera indipendente, ignari però di tutto quello che sta capitando agli ex compagni di Alexandria. Ovviamente dopo qualche istante si comprende il motivo della loro intrusione all'interno di questo episodio - in poche parole anche loro due devono essere messi al corrente. Uno degli abitanti del regno, un soldato e aiutante di Ezekiel, si presenta a casa di Carol e approfitta della presenza di Morgan per parlare della minaccia Salvatori. L'uomo, chiaramente impaurito, cerca in tutti i modi di far comprendere a Morgan e a Carol che l'unica strada per continuare a vivere serenamente è quella di attaccare i Salvatori anticipando ogni loro mossa. A questo punto anche il Regno che appariva come l'unica comunità non a rischio viene messo nel tavolo di gioco. L'unico modo per accelerare il processo è quello di convincere Ezekiel, il quale aveva già avuto a che fare con loro optando però per la collaborazione. In questo momento della narrazione è piuttosto coerente la scelta che prendono Carol e Morgan; i due decidono infatti di continuare il loro isolamento e di non intervenire in nessun modo. Questo breve intermezzo ha tutte le caratteristiche per apparire forzato, specialmente se visto all'interno di un episodio come questo. Ma dopo questa piccola intromissione nella vita di Carol e Morgan il pubblico ha abbastanza elementi per immaginare come sarà strutturato il prossimo blocco di episodi. Questa, a nostro parere, è sempre una scelta piuttosto scaltra, una mossa che tiene allenata la mente dello spettatore, in altri termini rappresenta anche una speranza.

La prima parte dell'episodio scorre lentamente ma ha un unico tema ricorrente: "rendersi conto di non agire impulsivamente e autonomamente, ma fare gruppo". Questo è effettivamente il nocciolo del discorso, specialmente se si prova mentalmente a tirare le somme di questi primi otto episodi. Ogni danno e ogni vittima è stata frutto di un azione non ragionata e spericolata. La debolezza di Rick finalmente viene vista come l'unica arma di sopravvivenza, come l'unico modo per difendersi e nel frattempo ragionare un piano più forte e incisivo. La cosa più frustrante di tutte è che nessuno degli abitanti di Alexandria ha mai dato peso alla cosa più importante di tutte: il tempo. L'intelligenza di Michonne è un chiaro esempio di questo discorso, così come è stato nobile assistere alle gesta di Aaron al fianco di Rick. D'altro canto l'errore di Carl e la sua poca esperienza hanno condotto il leone Negan nella fossa dei conigli. Spencer è stato punito a causa delle sue insoddisfazioni e sconfitto da un mondo che non accetta più errori, frutto di un sistema più furbo e pericoloso, un sistema che forse neanche sua madre avrebbe potuto sopprimere. Anche Rosita a causa delle sue azioni arriva a provocare dei danni irreversibili e il suo unico obiettivo, ossia quello di vendicare Abraham, arriverà a non portare nulla di buono. Fortunatamente Sasha non trova il tempo di agire precipitosamente nonostante i suoi piani fossero già stati avviati da tempo con Jesus. Infine quest'ultimo con la sua scaltrezza riesce ad aiutare Daryl a fuggire dalla prigionia. Insomma la maggior parte di questi personaggi è stato fautore di disgrazie, ognuno di loro non ha ascoltato i consigli altrui. Proprio per questo "Hearts Still Beating" è un episodio cardine di The Walking Dead perché rappresenta il punto d'incontro per tutti. Gli autori della serie, ispirati ovviamente dalle pagine del fumetto, sono riusciti a costruire tutto questo con un'intelligenza che non va affatto sottovalutata. Hanno deciso addirittura di mostrarci Maggie con la sua consapevolezza, come se fosse arrivata a comprendere che tutto in un modo o nell'altro sarebbe tornato come ai vecchi tempi. Il suo sguardo, carico anche della positività lasciatagli da Glenn, ha parlato al pubblico sin dalla prima inquadratura avvertendolo che da lì a qualche minuto tutto sarebbe cambiato.

maggie twd

Alla fine se si traccia la linea di questa prima parte della settima stagione ogni cosa ha funzionato nel modo giusto. Ci sarebbero potuti essere meno momenti morti, meno discorsi prolissi e più azioni, ma alla fine The Walking Dead parla ancora di esseri umani e non di morti, ci racconta le loro paure e ciò che arrivano a fare in situazioni di estremo pericolo. Ogni azione porta a più conseguenze drastiche e forse dopo questi ultimi tragici eventi tutti possono dirsi finalmente sulla stessa barca - proprio per questo le ultime scene sono state estremamente toccanti e hanno avuto il modo di ricordare a tutti i fan di The Walking Dead il motivo per cui ogni volta si attende con ansia un nuovo episodio.

"l'unione fa la forza".

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