The Walking Dead 7x02, "The Well": la recensione

Ecco la nostra recensione del secondo episodio della settima stagione di The Walking Dead, intitolato "The Well"

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Dopo lo sconvolgente episodio della scorsa settimana, The Walking Dead si prende un momento di relax e si sposta su Carol e Morgan nel preciso istante in cui li avevamo lasciati alla fine della sesta stagione. "The Well" nonostante possa apparire a primo impatto un episodio di transizione nel pieno stile della serie in realtà non lo è affatto, e questa non può che essere una sorpresa. Finalmente conosciamo Re Ezekiel e la sua tigre Shiva, due figure iconiche dei fumetti che in molti attendevano di vedere proposte in carne ed ossa sullo schermo. Il risultato è stato piuttosto brillante così come l'episodio stesso che non ha deluso le aspettative, sebbene in alcuni momenti si sia percepito quel ritmo fin troppo pacato che in diversi punti delle scorse stagioni non aveva giovato alla serie. Questa volta però quelle situazioni che identificheremmo come soporifere non hanno distratto bensì rallegrato e intensificato i toni di alcuni dialoghi. Particolarmente anomala è risultata la scena in cui abbiamo conosciuto Ezekiel sotto gli occhi di una Carol piuttosto divertita e al tempo stesso sconvolta. Si perché nonostante il forte pessimismo e quel senso di frustrazione piuttosto accentuato, in "The Well" ci viene riproposta quella donna che un tempo sapeva essere anche spensierata e che sapeva sorridere di fronte alle situazioni più strambe. L'episodio è certamente incentrato sul farci conoscere il Re di questa nuova comunità, l'ennesima aggiungeremmo, che con il suo positivismo e le sue massime di vita riesce persino ad abbindolare la scettica Carol che noi tutti conosciamo. Ma effettivamente non poteva esserci una reazione diversa da quella avuta da quest'ultima, soprattutto dal momento in cui davanti ai suoi occhi le si presenta un uomo in posa su una poltrona al centro di un palco di un teatro e con al suo fianco un enorme tigre, per non parlare poi del suo strambo maggiordomo.

Quello che infatti ha funzionato egregiamente in questo episodio è proprio l'immediata chimica tra Carol e il Re e a rafforzare il tutto c'è stato quel discorso verso la fine dell'episodio in cui Ezekiel si apre a lei, un dialogo brillante che porta The Walking Dead in un universo che fino ad ora non era mai stato esplorato. Si sente perfino una brezza di leggerezza svolazzare tra una scena e l'altra e anche lo stesso Morgan sembra essere finalmente nel posto giusto. Vediamo per la prima volta un uomo a suo agio e sicuramente la missione che Ezekiel gli ha assegnato, ossia quella di addestrare il giovane ragazzo, non farà altro che rinforzare il personaggio. Quella di Re Ezechiel è una comunità antica che nel mondo post-apocalittico di The Walking Dead sembra stonare. L'intelligenza di Greg Nicotero, regista di questo episodio, è stata quella di assemblare correttamente le diverse situazioni che si intrecciano nel corso dei quaranta minuti, infatti le scene in cui avvengono gli scambi dei maiali con i Salvatori ci rimandano direttamente a quel mondo disperato governato dal nefasto Negan e sicuramente quella spensieratezza che notiamo in Ezekiel si trasforma in serietà e tattica nel momento del bisogno. E il punto più interessante su cui soffermarsi è proprio questo forte senso di dualismo che la serie è riuscita a costruire in un paio di episodi: durante il corso della season première abbiamo conosciuto quello che in una parola definiremmo "Il Male", in "The Well" invece ci viene presentato "Il Bene" in tutte le sue forme, un lato che in fin dei conti non è mai appartenuto a Rick.

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