The Walking Dead 7x01, "The Day Will Come When You Won't Be": la recensione

La nostra recensione della première della settima stagione di The Walking Dead

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Spoiler Alert
Ancora una volta The Walking Dead ha colpito nel segno, prima lasciando i fan in ansia in attesa di questo episodio e poi attraverso la risoluzione che The Day Will Come When You Won't Be ha portato alla serie, scombussolando gli animi di tutti. Nonostante molte cose, soprattutto da parte dei cultori dei fumetti, fossero state previste da tempo, la brutalità con il quale tutto si è manifestato ha avuto un suo peso specifico, così potente da far dimenticare allo spettatore qualsiasi previsione. Nelle ultime ore è stato detto di tutto, c'è chi ha amato l'episodio e c'è chi invece ha detestato ogni singolo minuto considerando tutto eccessivo e gratuito. Noi ci discostiamo da entrambi i giudizi, principalmente perché non possiamo negare l'intelligenza con la quale gli autori sono riusciti a progettare il tutto: oltre ad aver fatto attendere mesi lo spettatore, lo hanno lasciato in bilico per altri venti minuti regalandogli momenti di tensione interminabile. La bravura di Greg Nicotero, regista dell'episodio, è stata quella di essere riuscito a lanciarci completamente nel corpo di Rick, nonostante siano passati mesi dal finale della sesta stagione. Mai come questa volta ci siamo sentiti addosso i suoi panni. Quello che invece è risultato particolarmente anomalo è il distacco che abbiamo percepito nei confronti degli altri personaggi, soprattutto perché ci si sentiva totalmente immersi in ciò che provava Rick, personaggio scelto nuovamente come conduttore delle emozioni.Proviamo a immaginare per un secondo il fatto che i due sfidanti non siano poi così diversi: ognuno di loro ha fatto giustizia a suo modo

Negan (Jeffrey Dean Morgan) gioca con Rick e le pedine del suo gioco malefico sono gli altri compagni. La facilità con cui quest'uomo nefasto si rende conto dell'importanza di Rick come punto di riferimento del gruppo è impressionante. Gli sguardi degli altri ragazzi, compreso quello di Michonne, sono durante tutta la conta su un'altra via, quella della paura e della disperazione. Nonostante prima di morire Abraham dimostri tenacia e fermezza nello sguardo, Negan percepisce sin dal primo istante che gli occhi di Rick comunicano altro. Proviamo a immaginare per un secondo il fatto che i due sfidanti non siano poi così diversi: ognuno di loro ha fatto giustizia a suo modo e sarebbe scorretto negare il comportamento ambiguo che Rick ha spesso adottato nel corso delle stagioni pur di difendere la sua gente, a volte allontanando coloro che riteneva pericolosi anche sbagliando valutazione. Negan ha come base una megalomania che Rick sicuramente non ha, e la cosa che lo rende unico e iconico allo stesso momento è proprio il modo con il quale applica la violenza. Solo per pochissimi secondi vediamo serietà nelle sue parole; il suo modo di fare e quei trentadue denti sempre troppo scintillanti sono il perfetto connubio che fa funzionare il tutto. La sadica brutalità della sua ironia è infatti l'arma peggiore.

Sarebbe impensabile non ammettere la potenza di questo episodio, scritto e diretto con una certa cura, e a dimostrazione di ciò troviamo scene come quelle in cui vediamo Rick sfuggire agli erranti senza armi e alla ricerca dell'ascia. Fotogrammi potenti che hanno delle vere e proprie sfumature horror; si tratta di secondi che martellano a livello psicologico lo spettatore, secondi che hanno la forza di predominare, invadendolo con prepotenza. Il fumo è sinonimo di confusione, Rick è ormai sprofondando nell'oblio, non sa come comportarsi e ancora una volta l'unica cosa a cui deve pensare è il modo migliore per sopravvivere. E mentre Rick supera tutti i livelli, il mostro continua a giocare con lui, aiutandolo nei momenti di crisi solo per fargli capire chi è realmente a capo di tutto e chi da quel momento in poi avrà il controllo di ogni cosa. Sì, perché alla fine il discorso è lì: Negan vuole essere al corrente di tutto, avere a disposizione ogni centimetro di quelle foreste così come ogni campo sopravvissuti e a ottenere il controllo di ogni scorta di cibo esistente. Mentre Negan esprime le sue volontà con quel fare superiore e spigliato è quasi impossibile non chiedersi chi fosse prima dell'apocalisse.

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Se The Day Will Come When You Won't Be è l'episodio che tutti stavano aspettando, questo non possiamo dirlo. Ma una cosa è certa, ciò che solitamente affascina di più lo spettatore, e anche il lettore, è quel momento di adrenalina, quel momento di dolore e terrore che scorre imperturbabile nelle vene. A questo punto non possiamo non riconoscere che quel momento sia stato Glenn in fin di vita e con un occhio fuori dall'orbita. E a metterci il carico sono le parole di Negan che risuonano nella testa di ognuna delle sue vittime ma anche in quelle del pubblico: "potete muovervi e piangere". Sì, perché d'altronde noi tutti paghiamo il prezzo della giostra proprio per assistere a questo. Lo sceneggiatore, una volta trovata la via giusta per scuotere l'animo, può aggiungere a suo piacimento elementi disturbanti e mai come quella frase che Glenn sussurra a Maggie poteva funzionare e allo stesso tempo infliggere così tanto dolore.

Una cosa che invece poteva essere evitata è la scena del pranzo, decisamente troppo didascalica, in cui vediamo i protagonisti di The Walking Dead felici e puliti, come se l'apocalisse non fosse mai esistita. L'immaginazione di chi guarda non si può limitare: non serviva mostrare quello che Negan ci aveva già fatto visualizzare attraverso le sue spietate parole. In quel momento toccava a noi soffrire e immaginare come sarebbero potute andare le cose se lui non fosse mai arrivato. Fortunatamente, a compensare questo elemento negativo, c'è uno dei momenti più intensi di sempre, quello in cui Andrew Lincoln regala al suo pubblico il picco più alto della sua carriera. In quegli attimi tutto rimane sospeso e per magia la nostra attenzione si focalizza lì, su quell'ascia che avrebbe potuto provocare dolore fisico da una parte e psicologico dall'altra. Lincoln riesce a trasmettere le giuste emozioni e a portarci su un livello che fino a quel punto era rimasto inesplorato.

Cosa ne pensate dell'episodio? Ditecelo nei commenti!

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