The Walking Dead 6x13 "The Same Boat": la recensione
Ecco la nostra recensione del tredicesimo episodio della sesta stagione di The Walking Dead, intitolato "The Same Boat"
Sin da subito l'ambientazione è claustrofobica e l'iper ventilazione di Carol una volta legata e imprigionata dà il giusto peso alle cose intensificando ancora di più una situazione ai limiti della follia. Il luogo principale sembra quasi il bagno di Saw-L'enigmista in cui tutti sono rinchiusi e mano a mano iniziano a conoscersi e le menti a contorcersi attraverso giochi tortuosi. Ogni tanto escono fuori frasi puntigliose come: "sei in mezzo a tutto questo e hai paura di morire?". Effettivamente tutto questo può fare ancora più paura della situazione generale che c'è nel mondo, perché non si smette mai di scivolare giù verso l'inferno e la paura, come dimostratosi, può assumere volti sempre più terrificanti. Questi quaranta minuti ce lo dimostrano: un episodio dedicato interamente a delle donne che hanno perso tutto, ma che hanno ancora tempo per un occhio di riguardo verso chi aspetta un bambino. In questo caso Maggie, che dimostra ancora una volta di saperci fare con le parole, con le azioni e con le intenzioni. Nonostante questo c'è però odore di fragilità, di pentimento e infatti si rispolvera il passato e quello che è andato storto prima dell'epidemia. C'è quel cinismo lampante che in realtà non infastidisce perché è pregno di significato ed è giustificabile. Tutto questo trova un enorme spessore e alza il livello qualitativo di "The Same Boat" in maniera esponenziale. C'è adrenalina, c'è tensione e i lunghi silenzi durante i dialoghi arricchiscono ancora di più un'atmosfera putrida e dal momento in cui le due donne riescono a liberarsi inizia un viaggio verso la perdizione vera e propria. La colonna sonora è ineccepibile, giusta e sconvolgente, così come le grida di quella donna che muore sotto gli occhi ormai spenti di Carol.
Infine anche in "The Same Boat" abbiamo un nuovo assaggio di Negan che assume sempre di più quest'aura da uomo onnipotente. Fa paura solo il suo nome, desta terrore, è colui che viene nominato da tutti, forse anche troppo, ma che ancora rimane nascosto nell'ombra alimentando ancora di più un fuoco già più che ardente.