The Walking Dead 6x02, "JSS": la recensione

Ecco la nostra recensione del secondo episodio della sesta stagione di The Walking Dead, intitolato JSS

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Spoiler Alert
Prima di iniziare a parlare degli eventi cardine di questo secondo episodio della sesta stagione di The Walking Dead, non possiamo non dar credito ai primi minuti, un prologo-flashback sul viaggio di Enid prima del suo arrivo ad Alexandria. Nel presente, la stessa Enid stringe rapporti principalmente con Ron e Carl, ma chi era prima di arrivare nella cittadella? Sicuramente una sopravvissuta, conosciamo il suo passato e vediamo il modo in cui muoiono i suoi genitori e il modo in cui da sola è riuscita a sopravvivere fino ad arrivare apparentemente al "sicuro". Durante il suo percorso non perderà occasione per incidere da ogni parte la scritta "JSS". Ma vista la fine dell'episodio riuscirà questa volta a sopravvivere senza avere una vera e propria meta?

Dopo la première della scorsa settimana attendevamo tutti con ansia questo episodio per capire una cosa: da dove provenisse quel fastidioso rumore del clacson che ha distrutto ogni piano.

Siamo nel mezzo della tranquillità e ci vengono presentati nuovi personaggi come Denise, la nuova dottoressa, che cercherà di prendere il posto di Pete pur avendo meno capacità. Verrà supportata da Tara e successivamente da Eugene. Vi è poi un confronto tra Ron e sua madre riguardo la morte del padre per mano di Rick, e sulla pericolosità di quest'ultimo. C'è Deanna che pian piano cerca di riprendere in mano la situazione dopo gli eventi della fine della quinta stagione grazie all'aiuto di Maggie, e finalmente ritroviamo Carl (visto brevemente nello scorso episodio in un flashback) che cerca, in assenza di suo padre, di badare a sua sorella Judith. In tutto questo c'è un solo e unico personaggio che tiene sotto controllo tutto, ed è Carol, colei che detta legge e che ha anche il tempo di preparare una lasagna, che sarà pronta giusto a fine episodio. Ma cosa smuove la tranquillità di Alexandria e i suoi abitanti? Il caos.

Per circa venticinque minuti si assiste semplicemente alle gesta eroiche del personaggio per cui vale sempre la pena continuare a vedere questa serie

L'episodio si svolge in contemporanea a quello della season première (qui potete leggere la nostra recensione) e i Wolves, finalmente per i telespettatori e meno per i protagonisti, attaccano Alexandria. Lo fanno senza avvertire: fanno breccia superando le mura e sfondandole "accidentalmente" anche con un camion, che rimane bloccato e crea un gran casino a causa del clacson che viene accidentalmente premuto da un errante. Ecco svelato l'arcano. Ma sarà solo grazie a Morgan e al suo inaspettato arrivo che il clacson cesserà di disturbare la quiete ormai totalmente interrotta. La sua presenza ad Alexandria, vista la sua partecipazione nella missione di Rick, rimane decisamente poco spiegata a livello temporale. Per la prima volta, grazie al timer da cucina di Carol, scopriamo che il tempo che passa dall'inizio degli eventi dell'episodio fino alla fine è di quaranta minuti, il tempo di cottura della lasagna.

Per ritornare alla presa della città da parte dei Wolves, era dalla scorsa stagione che ci veniva introdotto questo gruppo di ostili sopravvissuti e ora è arrivato il momento delle presentazioni ufficiali. Uccidono a più non posso con l'obiettivo, su indicazione di qualcuno che sta in alto, di liberare le persone, forse dalla sofferenza, professando non si sa quale legge. E per circa venticinque minuti si assiste semplicemente alle gesta eroiche del personaggio per cui vale sempre la pena continuare a vedere questa serie: la forza e la determinazione di Carol, una donna che cresce sempre di più, senza disturbare gli altri, senza lamentarsi e piagnucolare. Un personaggio inizialmente mostratoci come debole, trasformatosi poi in una guerriera scaltra e capace di insabbiare la sua identità per la protezione dei suoi compagni.

Ed è proprio il gioco dell'episodio, usare delle iniziali per qualcosa, che ha come conseguenza finalmente una narrazione piacevole e una sceneggiatura efficace. Così come all'inizio vediamo Enid usare le lettere "JSS", e convincersi grazie all'incisione sul braccio ad entrare dentro ad Alexandria, stavolta vediamo Carol usare la W (simbolo dei Wolves che li contraddistingue dagli altri) per arrivare all'armeria prima degli altri e difendere Alexandria come una bandita. Il tutto grazie all'aiuto di Morgan che ancora fa fatica a cedere quando si tratta di uccidere qualcuno. Appare ancora insignificante la presenza di padre Gabriel, il quale sembrerebbe finalmente pronto a lasciarsi trasportare dalla violenza per la sopravvivenza. Jessie viene finalmente messa alle strette da una donna dei Wolves che sarà costretta ad uccidere con una forbice, di fronte agli occhi di suo figlio Ron, che in questo episodio ha dimostrato di essere più che orgoglioso pur di difendere il nome di suo padre, che tuttavia a nostro parere molto presto dimenticherà. E per concludere, tra le cose da tenere da conto, c'è sicuramente Aaron che mentre finisce i banditi trova una busta di foto nel suo stesso zaino rubatogli dai Wolves nel finale della quinta stagione, raffiguranti la città di Alexandria.

"JSS" è un episodio molto violento e carico di tensione. Seth Hoffman lo scrive con scaltrezza sfruttando tutti i punti fondamentali che rendono questa serie unica nel suo genere. L'impegno di voler, pur con una storia violenta alla base, raccontare qualcosa di significativo c'è. Come la scena in cui vediamo Carol prendere una sigaretta sul portico in onore del consiglio dato a Shelly, la prima vittima dei Wolves dell'episodio, e osservare quella A "misteriosa" disegnata con il sangue che le riporta qualcosa alla mente.

L'epilogo dimostra l'efficacia di questo episodio e della notevole regia di Jennifer Lynch, che purtroppo non rivedremo dietro la macchina da presa in questa stagione. La regista racconta l'umanità di due personaggi chiave in una scena carica di significato: vedere Carol e Morgan sulla strada principale di Alexandria guardarsi apparentemente negli occhi, ma prendere due strade diverse, ci fa capire quanto con rispetto e ammirazione ognuno di loro sia disposto a seguire i propri principi per la sopravvivenza, seguendo ciascuno le proprie regole.

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