The Walking Dead 5x08 "Coda" ("Conclusione") (midseason finale): la recensione

Termina la prima parte della quinta stagione di The Walking Dead: la recensione

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Spoiler Alert
"You keep telling yourself you have to do whatever it takes, just until this is all over. But it isn't over. This is it. This is who you are, and what this place is until the end"

The Walking Dead è tutto qui. In queste poche, terribili considerazioni. Ed è davvero significativo per definire ciò che è stata l'ultima midseason il fatto che queste parole vengano pronunciate da Beth, forse il personaggio che più di tutti aveva lottato per non cedere alla brutalità del nuovo mondo. Allo show della AMC storicamente si accompagnano una serie di considerazioni, buona parte delle quali negative, ma in questo caso, alla luce del climax raccontato in Coda che getta una luce sinistra tutte le puntate precedenti, ci interessa innanzitutto dire altro.

La fantasiosa ipotesi secondo la quale tutta la vicenda sarebbe un parto della mente di Rick, ancora in coma in ospedale, è stata prontamente smentita, eppure qualcosa di quella dimensione da incubo rimane. Rimane l'idea, quella rivelata in altro modo dalle parole di Beth, di un labirinto narrativo dal quale non esiste uscita, non esiste futuro, non esiste un obiettivo al di là della sopravvivenza. Quasi cinque stagioni sono trascorse, e The Walking Dead non solo con la fine delle speranze legate a Washington conferma di non avere un fine ultimo, un qualcosa che muova storia e personaggi, ma addirittura sembra non essersi mosso rispetto al punto di partenza. Boschi infestati, casermoni abbandonati, e poi ancora ad Atlanta, come se nulla fosse successo, come se niente avesse avuto importanza.

Nei classici zombie-movie questa è una lettura che non esiste e non può esistere, perché è troppo legata alla dimensione di una storia a lungo termine. Se in un'ora e mezza di frenetico survival non ci si può porre troppe domande riguardo al futuro, in una storia spalmata in molti anni queste considerazioni devono arrivare, e le risposte sono terribili. Non c'è niente da cercare perché non c'è niente in cui sperare. Quindi da Beth a Rick, e tutto il suo percorso da uomo di giustizia che si rifugiava in chiesa per pregare, che litigava con Shane per il suo comportamento avventato, e che ora investe e uccide a bruciapelo uomini indifesi. Questo è molto interessante, è il cuore tematico della serie, ed è qualcosa che è emerso molto in questi primi otto episodi, tra i più cattivi che lo show abbia raccontato.

Ma in concreto, come si traduce nel racconto della storia? Non benissimo, ed anche in questo midseason finale fanno capolino tutte le storiche superficialità di sceneggiatura tipiche della serie. Qualcosa funziona, soprattutto quei momenti legati alle considerazioni fatte finora, ma è un po' poco per riscattare completamente l'episodio. Nel grande schema delle cose e nelle considerazioni generali probabilmente passa in secondo piano, ma è davvero una grossa mancanza il fatto che – come sottolineato da più parti, tant'è che lo stesso Kirkman è dovuto intervenire sulla questione –  Maggie si sia disinteressata della sorella.

Poco eleganti anche i momenti che hanno visto padre Gabriel fuggire maldestramente dalla chiesa, solo per poi tornare a gambe levate da Michonne e Carl facendo saltare il sicuro rifugio, oppure la breve parentesi fuori porta di Abraham e degli altri, che ritornano ancora nel gruppo rendendo di fatto vani tutti i discorsi sulla separazione oltreché gli eventi che li hanno riguardati da vicino. Un senso di artificiosità che culmina nella morte di Beth, scena costretta tra un rallenty poco ispirato e una dinamica degli eventi tra l'insensato e l'incomprensibile. La furia di Rick e la disperazione di Daryl (non certo quella di Maggie) riscattano in parte il momento, così come una conclusione sospesa e silenziosa, che si apre sui quasi tre mesi di separazione dal resto della stagione.

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