The Walking Dead 5x05 "Self Help" ("Sabotaggio"): la recensione
Quinto episodio stagionale per The Walking Dead. Scopriamo qualcosa sul gruppo di Abraham e Eugene
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Eugene crolla, letteralmente e ridicolmente, al suolo, e con la sua confessione se ne va via non soltanto il miraggio di una cura per la piaga che ha ridotto l'umanità alle soglie dell'estinzione, ma anche quello che di fatto era l'unico "obiettivo" della trama al di là della mera sopravvivenza. La staticità, il vivere alla giornata, la mancanza di alcuna prospettiva futura sono sempre stati i rigidi confini nei quali si sono mossi Rick e gli altri. Certo, c'è stato qualche momento di riposo, qualche obiettivo a breve termine come il raggiungimento di Terminus, ma in generale tutto si è sempre risolto in brevi parentesi, archi narrativi destinati ad esaurirsi.
In un episodio con queste svolte, con questi protagonisti – Eugene è un personaggio che stride troppo con la rigida serietà di The Walking Dead – è impossibile che il tono camp di alcuni momenti (anche voluti, come quando viene sorpreso a spiare gli amoreggiamenti di Abraham e Rosita) non prenda il sopravvento. Eppure, volente o nolente, diverte e intrattiene, anche grazie ad un tasso di improbabilità che si lega meglio al tono imposto da tutta la faccenda di Eugene.