The Walking Dead 5x01 "No Sanctuary" ("Preda e cacciatore"): la recensione

Ritorna con la quinta stagione The Walking Dead: una première ricca di azione

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Spoiler Alert
Ci siamo. Che siate pronti oppure no – io ad esempio non lo ero – The Walking Dead è ritornato con la première della quinta stagione. Con una sesta annata già confermata per uno degli show di maggior successo della storia dei cable network, ci avventuriamo tra le infide stanze di Terminus, immergendoci in quaranta minuti tesi, in cui morti viventi, cannibali, esplosioni e massacri assortiti si danno il cambio sullo schermo, spesso occupando insieme la scena. La serie tratta dal fumetto di Robert Kirkman, nel bene o nel male, rimane coerente con se stessa. Non tutto funziona a dovere in "No Sanctuary", ma l'azione non ci abbandona mai e la rapida e feroce conclusione dell'arco narrativo lascia ben sperare per un ritmo della storia più alto rispetto a quello della seconda metà dello scorso anno.

La gestione degli archi narrativi in The Walking Dead è sempre stata particolare. Dopo aver passato una stagione intera bloccati in una fattoria, abbiamo assistito ad un finale di terza stagione che rimandava a data da destinarsi lo scontro attesissimo con il governatore, che poi si verificava nel midseason successivo, quindi varie puntate di transizione (chiamiamole così) e una conclusione che prometteva scintille almeno per un po'. E invece tutta quella tensione, tutte le storyline sparpagliate dopo la caduta del carcere sono state raccolte e lasciate confluire in un'unica première adrenalinica, movimentata e riuscita.

Carol (Melissa McBride) è la mattatrice assoluta dell'episodio. È sempre stato il personaggio con la scrittura, lo sviluppo e probabilmente l'interprete migliore della serie: Scott Gimple, anche sceneggiatore dell'episodio, lo sa e le lascia tutto lo spazio che merita. Carol invita quindi tutti gli abitanti di Terminus a "guardare i fiori" e si candida seriamente tra le protagoniste di un eventuale "Expendables" al femminile. Il resto è azione, molta azione, e non può che funzionare. I cannibali di Terminus – vano e malriuscito il tentativo di umanizzarli nel prologo ed epilogo dell'episodio – fanno la fine che meritano, ed è molto soddisfacente la cattiveria con la quale Rick e i suoi non stanno troppo a riflettere sul massacro che vanno a compiere.

Dialoghi e interpretazioni rimangono due delle problematiche dello show. Chad L. Coleman, tanto per citarne uno, con il suo Tyreese raggiunge vette di improbabilità raramente toccate, ma in fondo al quinto anno anche difetti come questi finiscono per essere integrati familiarmente in uno show che da parte sua si è sempre preso più sul serio di quanto avrebbe potuto. Una buona première, carica di azione e di una cattiveria che speriamo si mantenga anche nel corso del resto della stagione.

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