The Walking Dead 4x04 "Indifference": la recensione
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Mettiamola così. Se Rick fosse l'allenatore di una squadra di calcio, la sua società si troverebbe retrocessa già a metà stagione a causa delle sue scelte scellerate. La qualità di The Walking Dead ha raggiunto picchi di notevole intensità lo scorso anno solo per ritornare ad appiattirsi su se stessa in queste quattro puntate, fino ad aderire perfettamente agli stilemi del secondo anno dello show. Questa sensazione, percepita in maniera generale nelle scorse puntate, si afferma con forza in Indifference, quarto episodio dell'anno. Il problema è sempre quello: i dilemmi morali e l'incapacità di venderli allo spettatore, renderli vivi, pieni di sfumature o semplicemente interessanti.
I confronti verbali tra Carol e Rick sono interessanti e sono la miglior parte dell'episodio, ma sono costantemente velati da una scrittura che non si mantiene neutrale, lasciandoci liberi di giudicare, ma ci spinge a parteggiare per uno dei due. E ciò porta di riflesso ad un'altra considerazione: dietro la sua maschera di show coraggioso, violento, fuori dagli schemi, si nasconde una serie estremamente conservatrice che, episodio dopo episodio, si rifiuta di crescere e di abbandonare quella stasi (la prima è quella relativa alla crescita dei propri caratteri) che si diceva all'inizio. L'incredibile paradosso di una scrittura che condanna e allontana il personaggio che forse più di tutti ha dimostrato di saper crescere e cambiare nel corso delle stagioni.