The Walking Dead 4x02 "Infected": la recensione

Episodio migliore rispetto alla premiere, ma che ancora presenta vari difetti di scrittura

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Quando in una serie tv la sorte di alcuni maiali interessa più di quella degli umani, allora è segno che qualcosa non va. In ogni caso Infected, secondo episodio della quarta stagione di The Walking Dead, rappresenta un deciso passo in avanti rispetto alla premiere della scorsa settimana. Più azione, almeno due scene d'impatto, addirittura un buon momento nella caratterizzazione del personaggio di Michonne, probabilmente dovuto al suo essere giocato interamente su suggerimenti visivi e silenzi più che su parole e dialoghi vari. La trama orizzontale si mantiene ancora dietro le quinte, ha le fattezze di qualcuno che muove alcuni fili causando problemi ai sopravvissuti nella prigione, mentre, nel suo essere uno stand-alone episode, Infected rappresenta l'altra faccia della premiere e ci parla dell'impossibilità di trovare un equilibrio e una parvenza di normalità.

Di quotidianità di aveva parlato la serie la scorsa settimana, pur nei suoi rituali assurdi, in quell'educazione dei giovani che nascondeva un vero e proprio addestramento per la sopravvivenza. E a quel discorso ritorna ancora questa settimana attraverso il racconto dell'ennesima sconfitta del personaggio di Rick. La scorsa settimana la sua presenza alla prigione è stata ridottissima, causa improvvisa gita nei boschi. Adesso lo ritroviamo a coltivare un misero orto, a dar da mangiare ai maiali, a rifiutare il peso di una leadership che il destino gli aveva consegnato e che lui si era preso senza troppi complimenti. È come se mancasse un passaggio tra il finale della scorsa stagione e l'inizio di quest'anno, un momento nel quale, ottenuta una relativa tranquillità, il protagonista della serie abbia meglio riflettuto sulla metamorfosi del figlio e, un po' per se stesso, un po' per Carl, avesse deciso di prendersi quella che Daryl definisce una "pausa meritata".

Ma per definizione la pausa è qualcosa di temporaneo, destinato a concludersi presto. Rick deve tornare a prendersi carico della sua famiglia, e non soltanto dei membri legati a lui dal sangue. Potrà dialogare meglio con suo figlio, contare sulla sua sincerità (come quando Carl rivela al padre delle lezioni di Carol), nascondergli la pistola, ma al vecchio se stesso dovrà tornare ancora, sacrificando tutto il resto. La scena della morte dei maiali in chiusura d'episodio è davvero buona. Al di là di un suo possibile valore allegorico (gli zombie divorano il sogno di normalità di Rick) ciò che fa piacere è il modo in cui la serie finalmente riesca a smuovere qualcosa a livello emotivo. Certo, per farlo deve, in un certo senso "giocare sporco", ricorrere ad una soluzione piuttosto sgradevole ma di facile appeal, ma almeno si tratta di qualcosa che rimane anche a visione conclusa. E dire questo in una puntata in cui un padre viene ucciso di fronte alle figlie e in cui un uomo trova carbonizzata la propria donna non è lusinghiero per la serie.

Non mancano alcune facilonerie nella scrittura, alcune già introdotte nella scorsa settimana. Perché lasciare a loro stessi, ignorandoli, gli zombie che circondano la struttura, invece di organizzare delle ronde che mantengano pulito il perimetro? Perché utilizzare litri di prezioso carburante per bruciare una catasta di legno? Perché (ma questo è un discorso più generale) non viene mai considerato il rischio che negli scontri con gli zombie un po' di sangue infetto finisca in faccia (quando invece puntualmente il sangue del maialino ucciso macchia subito di rosso il volto di Rick)? Ma non è da queste piccole forzature, peraltro presenti in quasi ogni serie tv, che si giudica negativamente un episodio. Fanno più male l'approssimazione nella scena introduttiva tra Tyreese e la sua compagna, la caratterizzazione e i dialoghi delle due bambine orfane, il blando rapporto tra Glenn e Maggie. Nota positiva in conclusione: l'idea di scalfire il personaggio di Michonne mostrandone finalmente qualche debolezza emotiva funziona bene, e, almeno in questo caso, ci lascia con la curiosità di saperne di più.

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