The Umbrella Academy (prima stagione): la recensione
Le nostre impressioni in anteprima su The Umbrella Academy, la nuova serie di Netflix in arrivo il 15 febbraio
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Nel mondo della serie, decine di donne in un recente passato hanno dato alla luce contemporaneamente dei bambini con dei poteri speciali. Sette di questi sono stati rintracciati e adottati da un miliardario di nome Reginald Hargreeves, che li ha cresciuti nella propria villa. L'obiettivo dichiarato dell'uomo era quello di addestrarli per farne una squadra speciale contro i criminali. Tuttavia, il carattere altero e scostante dell'uomo ha portato i ragazzi ad abbandonare di volta in volta il tetto familiare per cercare la propria strada. Oggi, tutti loro si ritrovano nella stessa villa per seppellire il padre. La premessa si ricollega alla minaccia, palesata fin dal trailer, di un'apocalisse imminente, che viene annunciata agli altri da uno dei fratelli in grado di viaggiare nel tempo.
Il riferimento agli X-Men, che non può essere ignorato, non riguarda il solito discorso su discriminazione o pregiudizi. Come per i mutanti di Xavier, i poteri non rappresentano la distanza rispetto agli altri, ma l'irriconoscibilità rispetto a se stessi, tipica dell'adolescenza. Si parla delle fratture dell'animo in ragazzi, o bambini, che crescono in corpi che faticano a riconoscere o controllare. I poteri allora sono specchio e causa di quelle paure, ne influenzano le caratterizzazioni, determinano il destino di quei personaggi. C'è chi può parlare con i morti, e si condanna a cercare di annebbiare la propria mente; c'è chi ha un fisico troppo massiccio, e prova maldestramente a celarlo; c'è chi non ha poteri, e dedica la propria vita alla ricerca di un riconoscimento delle proprie qualità. Quest'ultimo personaggio, di nome Vanya, è interpretato da Ellen Page, che proprio nella saga degli X-Men interpretava Kitty Pride.
In questo senso è calzante il paragone con Utopia, che riusciva nella particolare impresa di tradurre in un contesto reale – o verosimile – quello stile fumettoso che era così importante per la trama. The Umbrella Academy, che verosimile non è, sa concedere il giusto spazio al proprio dramma, ma si ricorda di non prenderlo troppo seriamente e di divertirsi nel raccontarci la sua storia. Nei suoi momenti migliori ci riesce affidandosi al Klaus di Robert Sheehan – personaggio che ha il miglior arco narrativo – o ai due assassini Hazel (Cameron Britton irriconoscibile dopo Mindhunter) e Cha-Cha (Mary J. Blige). Escono fuori molto bene anche i personaggi interpretati da Tom Hopper (Black Sails) e Aidan Gallagher. Più sacrificati invece Diego (David Castañeda) e Allison (Emmy Raver-Lampman).
Ad un certo punto la combinazione tra ingredienti funziona così bene che ogni trovata, perfino la più eccessiva e slegata dalla trama, ha il sapore di una spezia che si lega con tutto il resto, e ci lascia con un finale che ci fa desiderare di volerne subito ancora.