The Twilight Children, la recensione
Abbiamo recensito per voi The Twilight Children, miniserie di Gilbert Hernandez e Darwyn Cooke raccolta in volume da RW Edizioni
Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.
Il testamento artistico di Cooke è ambientato in uno sconosciuto paesino marino dell’America Latina popolato da una comunità vivace, colorita, variegata. Lo sceriffo locale vigila sulla tranquilla cittadina mentre bambini estasiati ascoltano le storie un po’ strampalate di Bundo, la bella e ammaliante Tito flirta col suo amante Anton sotto gli occhi del marito (accondiscendente?) Nikolas e ognuno è intento nelle quotidiane faccende. La serenità verrà presto spazzata via da alcune sfere di luce fluttuanti che appariranno senza un chiaro motivo in diversi punti della città. Felix, uno scienziato e alcuni agenti governativi (non così) in incognito si recheranno sul posto per venire a capo del mistero che avvolge queste sfere e la contemporanea perdita della vista di tre bambini. Ben presto resteranno anche loro vittime di avvenimenti dall’incerta natura. Cosa sono questi oggetti luminosi? Perché sono giunti in quest’anonimo paesino? E, soprattutto, c’è qualcosa che le lega all’affascinante ed eterea Ela, ragazza dai capelli bianchi ritrovata sulla spiaggia?
Questo almeno per i primi tre capitoli. Tutta ciò, purtroppo, crolla nella sua parte conclusiva con dialoghi e dinamiche spesso in contrasto con quanto visto in precedenza. Certi passaggi, come la risoluzione stessa della vicenda, risultano forzati o, quantomeno, inspiegabili: la carenza di elementi chiari che possano condurre al significato ultimo di quanto visto nelle pagine conclusive lascia infatti un forte senso di incompiuto, e l’amarezza è tanta vista la grande capacità di Hernandez nel gestire pathos, drammaticità e mistero intorno alla vicenda.
"Il cuore ha le sue ragioni che la ragione non conosce": forse adagio più adatto non esiste per rendere al meglio il forte contrasto interiore che affligge chi scrive. The Twilight Children è un’opera che parte benissimo, con il giusto ritmo, una narrazione corale ben realizzata, ma che si perde del tutto nel finale; ma è soprattutto un’opera grafica dalla grande potenza visiva, che racchiude al suo interno le ultime fatiche di Cooke. La sua arte, siamo certi, rivivrà in capolavori immortali come DC: The New Fronter, giusto per citarne uno, e in tante altre piccole gemme disseminate lungo la sua carriera. Quest'ultima, purtroppo, non raggiunge quelle vette e, visti i presupposti, è un vero peccato.