The Truffle Hunters, la recensione | TIFF 20
Il documentario The Truffle Hunters, presentato al Toronto Film Festival 2020, regala un ritratto affascinante ed emozionante di una realtà fuori dal tempo
Il progetto prodotto da Luca Guadagnino, presentanto al Sundance e al Toronto Film Festival 2020, unisce il ritratto di tradizioni, la spiegazione della realtà economica che ruota intorno al tartufo d'Alba e il rapporto profondo e commovente del legame tra i cercatori e i propri cani a una nostalgia, mai come ora così attuale, per una vita semplice, in armonia con la natura e in cui non mancano interazioni significative e persino esilaranti con i membri della propria comunità.
Risulta quasi impossibile non provare tristezza di fronte all'idea che tra qualche anno ciò che viene mostrato nel documentario sarà solo un ricordo: il numero sempre più basso di tartufi a causa dei cambiamenti climatici e la deforestazione, la mancanza di giovani disposti a ereditare questo lavoro antico e la trasformazione della società renderà totalmente impossibile seguire l'esempio dei protagonisti del progetto.
La splendida fotografia firmata da Dweck e Kershaw sa enfatizzare tutte le sfumature naturali in cui si immergono i cacciatori di tartufi e gli spazi, ben più freddi e pragmatici, in cui i "tesori" vengono analizzati, pesati, annusati (con una sequenza che porta immediatamente a pensare se in epoca post COVID-19 potrà ancora esistere una linea di persone che annusano prelibatezze una dopo l'altra) e prezzati, dando un valore economico a gesti e ore che appaiono invece inestimabili.
Risulta davvero impossibile non rimanere conquistati dal ritratto dell'umanità proposta da Dweck e Kershaw, così dignitosa, onesta e ricca di lezioni e messaggi che andrebbero ascoltati e messi in pratica anche in una quotidianità ben più frenetica e tecnologica. Non sarebbe quindi una grande sorpresa ritrovare, fra qualche mese, The Truffle Hunters in corsa per prestigiose nomination e statuette.