The Transporter Legacy, la recensione
Cambiando tutta la squadra e soprattutto il protagonista, Transporter Legacy non ha nessun legame con la parte buona della serie, solo uno con quella cattiva
Louis Leterrier una chiara idea l'aveva, Jason Statham era in grado di reggerli. Ora Camille Delamarre non l'ha e Ed Skrein (per quel che è possibile capire da questo film) non è in grado.
The Transporter era talmente fondato sul corpo di Statham e la maniera in cui interpreta l'azione e la violenza da lanciarlo nel panorama del cinema action. Cambiare tutto ciò che rendeva tale quei film ha quindi il risultato che si può immaginare: The Transporter Legacy, con il suo titolo italiano che scimmiotta The Bourne Legacy (l'originale dice "refueled" cioè "rifornito di benzina") non ha niente a che vedere, se non blandamente la trama, con gli altri film. Ed è un pessimo film d'azione.
Se volete misurare quantitativamente la differenza basta guardare a come sono riprese e come sono montate le scene d'azione, la tipica messa in scena cui si è costretti da attori incapaci di offrire una prestazione atletica. Camille Delamarre era sembrato poco adeguato a questo cinema già con Brick Mansions, ma allora l'atletismo incredibile di David Belle metteva una pezza, qui, senza un performer di livello, il regista crolla sotto i colpi della propria inadeguatezza.
I film di The Transporter con Statham sono fondati su lunghissime scene d'azione, sparatorie, inseguimenti o anche semplici risse mai noiose, molto elaborate e riprese attraverso piani lunghi e montaggio moderato, gli stacchi non avvengono mai al momento del colpo, servono solo per passare da un movimento terminato ad uno che sta per iniziare e va ripreso da un'altra angolatura poichè l'obiettivo è di far vedere nella maniera migliore ciò che realmente accade: i veri salti, la vera abilità e la vera prestazione di Statham.