The Terror 1x02, "Gore": la recensione

Ecco la nostra recensione del secondo episodio di The Terror, un climax di tensione che sfocia nel primo evento sanguinoso della storia

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Spoiler Alert
Gore è un termine inglese che identifica il sottogenere cinematografico splatter, ossia quella branca dell'horror che non rinuncia alla rappresentazione più cruenta della violenza, diretta discendente della tradizione teatrale del Grand Guignol di fine '800. Gore è, tuttavia, anche il cognome di un valoroso tenente di marina (Tom Weston-Jones) che perde la vita nel secondo episodio di The Terror, prima vittima di una spaventosa minaccia bestiale che attacca l'equipaggio inglese spintosi alla ricerca di ghiaccio sciolto.

Rispetto alla puntata pilota, Gore compie drammatici passi avanti nell'evoluzione narrativa della serie creata da David Kajganich: se in Tutto Per Tutto il terrore aveva la forma dei lineamenti del giovanissimo David Young stroncato da una malattia misteriosa, in questo episodio esso assume le forme più definite - e non per questo meno tremende - di una belva gigantesca, che colpisce l'impavido tenente nell'unico momento in cui è separato dai propri compagni d'esplorazione. In pochi secondi, tutta l'ostilità della natura sembra concentrarsi in pochi metri quadrati, facendo scempio del corpo del ragazzo.

Il bonario dottor Henry Goodsir (Paul Ready) assiste impotente al dilaniarsi della carne di Gore, e non può far altro che prendersi cura - invano - di un eschimese ferito poco prima dai fucili inglesi, convinti di aver finalmente incontrato l'orso che, a loro dire, segue le loro tracce da qualche tempo. A nulla varranno gli sforzi del chirurgo per estrarre la pallottola dal corpo del nativo: portato a bordo della Terror, l'uomo morirà sotto lo sguardo straziato di sua figlia (Nive Nielsen), che mette in guardia l'equipaggio dalla forza oscura che presto li devasterà: meglio lasciare quei luoghi, o tutti loro finiranno per svanire, proprio come di lì a poco svanisce la voce della ragazza.

The Terror

Ben prima che la morte possa cingergli nella propria morsa, gli uomini dell'equipaggio si trovano a fronteggiare il timore irrazionale del caos, tanto più impauriti quanto meno riescono a comprendere ciò che gli si para dinnanzi, che si tratti di un mostro ferino dalle fattezze ancora ineffabili, o semplicemente dei sommessi gemiti di Cornelius Hickey (Adam Nagaitis) e William Gibson (Edward Ashley) durante un amplesso consumato nell'oscurità della cambusa, casualmente ascoltati dall'attendente Irving (Ronan Raftery): come sottolineato dal mellifluo Hickey mentre rassicura l'amante, ciò che non si vede chiaramente fa ancor più paura di un pericolo - o di una tentazione - di cui conosciamo il volto.

Riemergono frattanto, come cadaveri dal ghiaccio, frammenti del passato londinese di Sir John Franklin (Ciarán Hinds) e Francis Crozier (Jared Harris): tessere di un mosaico da cui scopriamo la storia d'amore tra il capitano irlandese e Sophie Cracroft (Sian Brooke), fortemente osteggiata da John, zio della ragazza, che non vede in Francis un compagno di vita auspicabile per la nipote. Le mancate gioie dell'amore divengono, in Gore, prodromo degli attuali conflitti tra i due uomini, nonché triste richiamo alla vita che entrambi i capitani si sono ormai lasciati alle spalle, dispersi in un mare di ghiaccio che assume sempre più le fattezze di un pianeta sconosciuto, distante anni luce dalle piccole grandi angosce sentimentali vissute in Inghilterra.

Continuano i riferimenti pittorici alla grande tradizione romantica: se nei flashback londinesi sembra essere la grande ritrattistica di Ingres a costituire l'ispirazione primaria, nella scena in cui Crozier, illuminato dalla luna velata di nubi, attraversa il ghiaccio che divide la Erebus dalla Terror possiamo facilmente ravvisare echi di Turner e del già citato Friedrich, poeti figurativi di quel sublime che voleva incutere, nell'occhio dell'osservatore, un'egual dose di meraviglia e timore. Lo stesso ambivalente sentimento che ci pervade vedendo Gore, e che speriamo sia destinato a perdurare fino al termine di questa serie che sta confermando, in un amalgama narrativo di rara bellezza, la delizia dei propri ingredienti.

The Terror

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