The Story Of My Wife, la recensione | Cannes 74
Amori e struggimenti nell'Europa della prima metà del '900 e The Story Of My Wife non desidera modernizzare un bel niente
In Story Of My Wife c’è proprio tutta la grandissima tradizione delle mattonate in costume co-prodotte da diversi paesi europei. Una tradizione gloriosa di polpettoni noiosissimi su storie da fine ‘800 o primi ‘900 che narrano di grandi amori lungo i decenni, attraverso i cambiamenti della società e dei costumi. Qui poi ci sono marinai duri ma sotto sotto teneri, donne dai gran vestiti e struggimenti nei mesi lontani che diventano eccessi di gelosia in quelli vicini. Un uomo che non sa come amare ma prova comunque dei sentimenti e una donna che non riesce a prenderlo per il verso giusto. Né insieme né separati fino alla fine.
Ma senza impeto e senza vero trasporto, e cinema controllato buono per signore e mariti trascinati.
In un inglese che nessuno degli attori parla come prima lingua si srotolano tre ore di storia di cui a nessuno pare interessare granché. Tutto viene (ovviamente) da un romanzo (La storia di mia moglie di Milan Fust) e la regista è inspiegabilmente Ildikó Enyedi, che aveva vinto la Berlinale nel 2017 con Corpo e anima, film opposto a questo, personale e pieno di trovate.
The Story Of My Wife invece fa di tutto per non averne di trovate, non è il suo genere. Così nelle tre ingiustissime ore di durata vediamo in controluce la scansione dei capitoli del libro riportati senza trovare un senso cinematografico all’impresa, che invece ne ha e come uno economico. Se non altro.
Con Louis Garrel per la Francia, Sergio Rubini e Jasmine Trinca per l’Italia e così via, lungo tutta la storia ognuno timbra il suo cartellino, fa il suo con piccoli personaggi abbozzati e caratterizzati grossolanamente, mentre la grande storia inesorabile compie il suo destino. Condannati ad essere eroi romantici vecchio stampo i due protagonisti hanno un arco di intollerabile banalità, quello delle persone agite da un destino e dalla propria epoca, obbligate a battersi per un amore che sembra impossibile e tuttavia desiderano.
Per dargli un po’ di vita sarebbe stato necessario pensare una maniera di raccontare e mettere in scena la storia più elettrica di questa, ma è chiaro che la missione non era proprio quella.
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