The Steams 5 - 6, la recensione
The Steams si conferma un piacevole intrattenimento, seppur penalizzato da una componente artistica altalenante
Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.
Continua l’esperienza editoriale di The Steams, serie antologica edita da Noise Press. Sfruttando il formato flipbook, ogni uscita presenta due storie accomunate dallo stesso genere letterario, lo steampunk. Negli ultimi due albi pubblicati troviamo un nuovo arco narrativo dedicato alla spia britannica Caitlin Ward e due capitoli di Wild, racconto di Gianluca Manzo dalle sfumature western.
Intorno alla magnetica figura della protagonista, si muovono personaggi che permettono di approfondire le diverse sfaccettature e abilità di Caitlin: tenace, risoluta e ammaliante, la spia al servizio di Sua Maestà si conferma un personaggio in grado di catturare l’attenzione. In particolare, convince la sempre crescente componente esoterica della storia, che rende imprevedibili i prossimi sviluppi.
Leggi anche The Steams 4, la recensione
Capovolgiamo l’albo e spostiamoci a Jefferson City, cittadina del vecchio west sorta lungo il fiume Missouri. A dispetto della storia precedente, quella di Manzo è più lineare e segue da vicino la vicenda di John Wild Hound, giovane appartenente alla popolazione nativa del luogo i Nu-U-Kon-Ska, alle prese con il ritorno di un traditore della tribù e il risveglio di una minaccia ancestrale.
I due nuovi capitoli di Wild hanno il merito di far crescere la curiosità attorno al titolo grazie a una buona dose di azione; sulla lunga distanza, però, manca un approfondimento della mitologia alla base, con i temi precedentemente introdotti che vengono messi da parte per lasciar spazio esclusivamente al confronto tra l’eroe e il suo avversario.
I disegni sono firmati da Davide Pandozy e Alessandro Miracolo, i quali hanno uno stile molto simile, cosa che crea una buona continuità artistica. Le loro anatomie si presentano potenti e contribuiscono a esaltare la componente dinamica del racconto. La buona resa estetica è assicurata anche dai colori di Chiara Miriade, brava nello sfruttare i contrasti tonali per creare suggestioni forti ma senza appesantire le matite dei colleghi.
[gallery type="rectangular" columns="1" size="large" ids="280193,280194,280195"]