The Steams 5 - 6, la recensione

The Steams si conferma un piacevole intrattenimento, seppur penalizzato da una componente artistica altalenante

Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.


Condividi

The Steams 5, anteprima 01

Continua l’esperienza editoriale di The Steams, serie antologica edita da Noise Press. Sfruttando il formato flipbook, ogni uscita presenta due storie accomunate dallo stesso genere letterario, lo steampunk. Negli ultimi due albi pubblicati troviamo un nuovo arco narrativo dedicato alla spia britannica Caitlin Ward e due capitoli di Wild, racconto di Gianluca Manzo dalle sfumature western.

È sempre Luca Frigerio a occuparsi di Lady Ward e, dopo aver chiuso il discreto Wonder Who, riparte con Who’s that coming?. In questa nuova avventura, la Nostra si trova ancora una volta alle prese con una strana creatura dai bizzarri poteri e dalla forza sovrumana, in questo caso decisa a far fuori il Barone Ivan Nicolaevic Vasiliev. Immersa nella Londra vittoriana, la spy story si dipana con l’ormai consueta dose di mistero e diversi colpi di scena che rendono più vivace lo sviluppo della trama.

Intorno alla magnetica figura della protagonista, si muovono personaggi che permettono di approfondire le diverse sfaccettature e abilità di Caitlin: tenace, risoluta e ammaliante, la spia al servizio di Sua Maestà si conferma un personaggio in grado di catturare l’attenzione. In particolare, convince la sempre crescente componente esoterica della storia, che rende imprevedibili i prossimi sviluppi.

Staremo a vedere se Frigerio riuscirà a dosare bene le diverse anime di questo arco narrativo, nella speranza che i prossimi disegnatori riescano a rendere giustizia alle sue sceneggiature. Purtroppo, la componente artistica rappresenta il vero punto debole dei due capitoli iniziali: né Valentina Pinti, né Roberta Ingranata offrono una prova all’altezza, evidenziando diversi limiti. Le figure della Pinti appaiono bloccate, spesso rappresentate in pose poco naturali; altalenante la prova della Ingranata, con alcune sequenze che appaiono abbozzate, svilendo l’espressività dei protagonisti. Spiace dover constatare questa flessione, considerando che lo scorso numero di The Steams ha messo in mostra l’ottimo Federico Vicentini, fumettista attualmente in forza alla Marvel.

Capovolgiamo l’albo e spostiamoci a Jefferson City, cittadina del vecchio west sorta lungo il fiume Missouri. A dispetto della storia precedente, quella di Manzo è più lineare e segue da vicino la vicenda di John Wild Hound, giovane appartenente alla popolazione nativa del luogo i Nu-U-Kon-Ska, alle prese con il ritorno di un traditore della tribù e il risveglio di una minaccia ancestrale.

I due nuovi capitoli di Wild hanno il merito di far crescere la curiosità attorno al titolo grazie a una buona dose di azione; sulla lunga distanza, però, manca un approfondimento della mitologia alla base, con i temi precedentemente introdotti che vengono messi da parte per lasciar spazio esclusivamente al confronto tra l’eroe e il suo avversario.

I disegni sono firmati da Davide Pandozy e Alessandro Miracolo, i quali hanno uno stile molto simile, cosa che crea una buona continuità artistica. Le loro anatomie si presentano potenti e contribuiscono a esaltare la componente dinamica del racconto. La buona resa estetica è assicurata anche dai colori di Chiara Miriade, brava nello sfruttare i contrasti tonali per creare suggestioni forti ma senza appesantire le matite dei colleghi.

[gallery type="rectangular" columns="1" size="large" ids="280193,280194,280195"]

Continua a leggere su BadTaste