The Steams 4, la recensione

Abbiamo recensito per voi il quarto numero di The Steams, serie a fumetti edita da Noise Press

Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.


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The Steams 4, anteprima 01

Quarto appuntamento con The Steams, antologico edito da Noise Press che presenta storie accomunate da un'anima steampunk, genere letterario divenuto ormai un marchio di fabbrica della casa editrice lanciata da Luca Frigerio. È proprio quest'ultimo a firmare i testi di Wonder Who, storia in quattro parti che qui termina la sua entusiasmante corsa.

Caitlin Ward, una spia britannica, ha scoperto l’identità dell’essere abominevole che ha disseminato morte per le strade di Londra: si tratta di suo marito Samuel, da tutti ritenuto trapassato e misteriosamente tornato in azione. La sconvolgente verità non ha intaccato lo spirito risoluto e la voglia di verità di Lady Ward che, ripresasi dall’attacco del suo caro estinto, è decisa ad andare in fondo alla questione e arrestare l'escalation di violenza. Ad affiancarla in questa folle impresa, il maggiordomo Garnett e Wymond, tecnomago del Secret Intelligence Service.

Sempre vivace e carica di mistero, la storia giunge al termine convincendo appieno. La risoluzione può forse risultare un po’ forzata, ma, considerando la profonda caratterizzazione con la quale Frigerio definisce la protagonista e il cast di comprimari, il tutto risulta perfettamente coerente, oltre che funzionale a un possibile proseguimento; se da un lato l’arco narrativo chiude la trama fin qui imbastita, dall'altro getta infatti le basi per futuri scenari accattivanti.

Com'è consuetudine, la componente artistica è affidata ogni volta a un differente disegnatore: è la volta di Federico Vicentini, autore di una prova superlativa e dotato di un tratto sintetico con cui delinea sequenze concitate di grande impatto che esaltano e impreziosiscono l'ultimo capitolo di Wonder Who.

The Steams 4, anteprima 02

Congedati dall'intensa avventura di cui sopra, riprendiamo la lettura dall’altro lato del flipbook dando il benvenuto a John Wild Hound, protagonista di Wild. Le atmosfere da spy story lasciano il posto a uno scenario completamente diverso: Jefferson City, cittadina che sorge lungo il fiume Missouri, nel vecchio west.

Lo sfruttamento degli innumerevoli giacimenti di petrolio ha permesso alla località di diventare un centro economico importante; questa trasformazione ha però richiesto il sacrificio delle popolazioni native del luogo, i Nu-U-Kon-Ska. Alcuni di loro hanno iniziato a lavorare per il nemico, altri sono stati uccisi e altri ancora sono stati costretti ad abbandonare la loro terra. In questo clima avvelenato assistiamo al ritorno di Raging Bear, un nativo esiliato e ora riapparso in città animato dalle peggiori intenzioni.

Gianluca Manzo contamina le atmosfere steampunk della testata con venature western che fanno leva su una componente storica drammatica. Partendo proprio dal substrato emotivo che scaturisce dalla particolare ambientazione - la rabbia per l’ignobile invasione, l’orgoglio di un popolo mai domo e la fascinazione per l’animo nobile di guerrieri pronti a morire per i propri ideali - lo sceneggiatore costruisce una storia che parte forte lasciando intravedere ampi margini di approfondimento.

I disegni sono opera di Davide Pandozy, bravo nell’esaltare la componente espressiva del racconto grazie al suo tratto preciso e ricco di dettagli. Le sue anatomie spiccano per potenza plastica e dinamismo riuscendo a trasmettere la concitazione degli scontri. Di grande impatto anche il lavoro della colorista Chiara Miriade, abile nell’utilizzo degli effetti chiaroscurali.

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