The Sixth Gun vol. 1, la recensione

Recensione del primo volume di The Sixth Gun, la serie di Cullen Bunn e Brian Hurtt che unisce western e sovrannaturale

Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.


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Casomai non ve ne foste accorti, siamo nell'epoca del postmoderno. Un'epoca in cui i generi si mescolano e si intrecciano, si accartocciano l'uno sull'altro, si parodizzano a vicenda per dare vita a qualcosa di nuovo, ma non necessariamente di originale. Casomai non ve ne foste accorti, il fumetto è il media narrativo che più di ogni altro ha recepito (sì, anche prima del cinema probabilmente) questo andazzo delle cose e si è adattato alla tendenza dell'intrattenimento e dell'arte di raccontare storie, mettendo assieme il dramma con il comico, la tragedia con l'avventura, l'horror con la commedia, la fantascienza con i cavoli a merenda.

Ultimamente, potrebbero pensare alcuni, si sta un po' esagerando. Soprattutto il western, è inframmezzato costantemente, un po' dappertutto, con temi e atmosfere ibride che ne sfruttano i luoghi comuni per portarlo su altri terreni. Avremo il coraggio di citare Cowboy vs. Alieni per quanto riguarda il cinema, nomineremo l'American Vampire (che non è solo western, ma in gran parte) di Scott Snyder e non ci faremo mancare il Pretty Deadly di Kelly Sue DeConnick che in USA ha impressionato per la qualità e la disinvoltura con cui ha coniugato storie di frontiera e soprannaturale. In questo filone si inserisce, in posizione di rilievo, anche The Sixth Gun di Cullen Bunn e Brian Hurtt, serie che in patria ha riscosso un successo notevole e che è appena arrivata, col suo primo volume, anche da noi grazie a ReNoir.

Ci sono sei pistole decisamente diverse da tutte le altre, nel vecchio West. Non hanno bisogno di essere caricate e non sparano esattamente proiettili. Una colpisce con le fiamme dell'Inferno stesso, una rende immortale; una uccide con la potenza di un cannone e un'altra fa marcire le carni di chi ferisce; la quinta permette di richiamare come schiave le anime di coloro che ha freddato. La sesta è scomparsa da qualche parte, sottratta al proprio padrone legittimo e terribile: il generale separatista Oliander Bedford Hume, uno dei militari sudisti più spietati e sanguinari, nonché occultista privo di scrupoli e, attualmente... non morto. I suoi fedeli e spettrali compari sono sulle tracce della sesta pistola, che gli restituirà il pieno dei suoi poteri demoniaci. Ma, poco prima che possano recuperare l'arma, essa viene intercetta da un damerino dal passato complicato e dalla morale discutibile, un pistolero veloce e sin troppo a suo agio tra i misteri e la magia nera. Drake Sinclair non è uno dei buoni, ma un avventuriero probabilmente avido ed egoista, ma è l'unica speranza contro la catastrofe che la pistola scatenerebbe se Hume ne tornasse in possesso e l'unica salvezza per la povera Becky Montcrief che ha ereditato l'arma mistica ed ora è costretta a custodirla. Tra incantesimi e creature sovrannaturali, patti faustiani e parecchia azione, scopriremo quale sarà il destino delle sei pistole e di un West molto diverso da quello che abbiamo imparato a conoscere.

Matt Fraction, che anni fa ha definito The Sixth Gun "il vostro nuovo fumetto preferito", probabilmente esagerava. Cullen Bunn è il solito narratore divertente e brillante, rapidissimo ed efficace nel tracciare i suoi personaggi e nello svelarli durante l'azione. Il connubio west/magia nera e leggende ancestrali funziona ed appassiona, senza risultare per nulla forzato. Il tratto di Brian Hurtt non è proprio per tutti i palati, forse fa un po' fumetto per ragazzi, alternando caratterizzazioni grafiche cartoonesche a momenti ed atmosfere più particolareggiate. In generale, i colori restano vivi, durante questa avventura che poteva essere inquietante e invece si mantiene su toni da Indiana Jones e la Sesta Pistola, senza però accogliere alcun elemento di commedia. Forse è questo il difetto fondamentale di una storia che gode di una gran bella sceneggiatura, dotata di notevole ritmo e personaggi ben confezionati, che risulta sicuramente divertente ma non memorabile. Una questione di indecisione sul tono da conferire alla vicenda, che resta nel mezzo, ingabbiata tra una trama che potrebbe ampiamente virare (e forse ne avrebbe avuto bisogno) verso atmosfere più inquietanti, e una caratterizzazione grafica e narrativa meno oscura di quanto ci si poteva aspettare. The Sixth Gun è dunque una lettura per tutti, un fumetto appassionante e al suo primo volume consigliatissimo a tutti gli amanti dell'avventura con elementi mistici. Sicuramente leggeremo anche il secondo volume.

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