The Shrink Next Door: la recensione dei primi tre episodi
The Shrink Next Door è una commedia nera sempre a un passo dal trasformarsi in dramma, e sorretta dalle interpretazioni stellari dell’intero cast
Con ogni probabilità, la prima cosa che farete appena finito di vedere i primi tre episodi di The Shrink Next Door sarà andare a controllare quando esce il quarto (ve lo diciamo noi: tra una settimana).
The Shrink Next Door funziona esattamente così: usa i primi tre episodi non solo per presentare la situazione e i personaggi, ma anche per mettere in moto una serie di meccanismi che avranno conseguenze su tutto il resto della stagione, e che alla fine del terzo episodio hanno appena cominciato a prendere velocità; anche in termini di minutaggio si potrebbe vedere questo antipasto di serie come un vero e proprio film, un prequel per tutto quello che verrà. Per cui è difficile arrivare in fondo senza essere divorati dalla voglia di proseguire, di scoprire che forma avrà l’esplosione che è stata caricata fin lì, e quante vittime farà.
La storia è quella di, per farla semplice, Martin Markowitz un piccolo imprenditore (Ferrell) che ha appena ereditato l’attività da papà e fa fatica ad accettare il suo nuovo ruolo e le sue nuove responsabilità, anche perché soffre di attacchi di panico da quando è preadolescente ed è una persona terrorizzata dal confronto e dedita a compiacere chiunque le si pari davanti. E del suo psicologo Isaac Herschkopf (Rudd), lo strizzacervelli meno professionale della storia della TV, che oltre che suo dottore diventa anche suo amico, e pian piano si impadronisce della sua vita. Fino a che punto non lo sappiamo ancora, perché come dicevamo i primi tre episodi servono solo per mettere in moto la macchina, ma il fatto che The Shrink Next Door sia ambientato negli anni Ottanta ma si apra con una sequenza nel 2010 nella quale Ferrell sfascia a martellate la casa di Rudd ci porta a pensare che la situazione si farà rapidamente sempre più estrema e paradossale.
Perché finora la serie tratta dal podcast omonimo ha flirtato con l’assurdo senza mai entrarci del tutto, anche grazie alla presenza del terzo incomodo nel rapporto tra i due – la sorella di Martin, Phyllis (Kathryn Hahn) che almeno all’inizio sembra dover rappresentare la voce della ragione, fino a quando la realtà raggiunge anche lei e la fa piombare nella sua personale spirale. Non stiamo dicendo che in The Shrink Next Door manchino le risate e il divertimento, ma di sicuro quella che sembra essere solo una simpatica commedia un po’ caricaturale non ci mette molto a rivelarsi per quello che è davvero, cioè una riflessione sull’animo umano, sulla famiglia, il successo, la responsabilità – e siamo solo al terzo episodio. Le premesse per uno dei migliori originali Apple di sempre ci sono tutte: Will Ferrell si rivelerà il BoJack Horseman di Tim Cook?