The Shannara Chronicles 1x07, "Breakline": la recensione

Più pregi che difetti nel nuovo episodio di Shannara, che vede lutti importanti e accenni sentimentali non convenzionali

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Nubi oscure si addensano all'orizzonte per i protagonisti di The Shannara Chronicles in Breakline, episodio che alterna pregi e difetti a creare un risultato imperfetto ma indubbiamente meritevole d'encomio. A tre puntate dalla conclusione della stagione, la serie di MTV non rinuncia infatti del tutto al gusto del riempitivo, regalando a Wil (Austin Butler) un'avventura in solitaria alle prese con nerboruti cacciatori di elfi di cui, al momento, con la minaccia del Dagda Mor sempre più incombente, ci interessa ben poco. E mentre il biondo eroe fa ennesimo sfoggio delle proprie abilità mediche soccorrendo il giovane elfo mutilato Perk, noi pubblico continuiamo a notare quanto poco peso abbia, a livello narrativo, il fatto che egli sia l'erede di Shannara, a fronte di un carisma evidentemente inferiore rispetto alle sue controparti femminili Amberle (Poppy Drayton) ed Eretria (Ivana Baquero, sempre più convincente).

La storyline dei fratelli Ander (Aaron Jakubenko) e Arion (Dan MacPherson) veleggia verso la catastrofe quando il falso re Eventine (John Rhys-Davies) li invia dritti dritti tra le braccia del Dagda Mor (Jed Brophy) che, armato dai propri stessi nemici, ingaggia un combattimento in cui rivela, come vuole l'usanza di ogni villain che si rispetti, le proprie precedenti macchinazioni. La morte di Arion infligge un duro colpo non solo al fratello che vi assiste impotente, ma anche al morale degli spettatori che, nell'episodio della settimana scorsa, hanno avuto modo di scorgere del potenziale davvero accattivante sotto la maschera di ottusità del principe guerrafondaio. Se si potessero, per assurdo, riequilibrare i pesi delle singole linee narrative all'interno del grande intreccio di The Shannara Chronicles, chiederemmo un approfondimento maggiore sui principi elfici, come anche sul buon Allanon (Manu Bennett), che in questa puntata compare solo per pochi - benché risolutivi - momenti.

Amberle ed Eretria sono il veicolo che The Shannara Chronicles sta sperimentando per far ascendere il proprio pubblico

Ma il punto di forza di Breakline risiede, al di là di ogni dubbio, nella graduale maturazione del rapporto di fiducia tra Amberle ed Eretria, ormai definitivamente connotata come bisessuale dai riferimenti alla sua tresca con la cacciatrice Zora; per una volta, i binari delle relazioni tra personaggi viaggiano al di sopra dei cliché delle rivali in amore. Appare ormai chiaro, anzi, come The Shannara Chronicles stia riuscendo a declinare in maniera credibile il sottile cameratismo tanto in voga in molte tra le serie più apprezzate dell'attuale panorama televisivo, attraverso una delicata trattazione dell'alchimia tra le due ragazze che, più di una volta, eclissa del tutto la presenza dello spaurito Wil.

Altrettanto interessanti risultano le crescenti allusioni a un'età antica, antecedente la cosiddetta grande guerra e, quindi, a noi contemporanea, come acuto risulta il riferimento - solo apparentemente ingenuo - a trecce, pigiama party e chiacchiere tra amiche che costituirebbe l'ossigeno di un qualsiasi teen drama di MTV. Ma The Shannara Chronicles punta a essere ben più di questo, e non solo per il contesto fantasy in cui la sua storia è calata, ma soprattutto per il respiro umano più ampio e alto rispetto a un tipico target adolescenziale: benché anagraficamente appartenenti a un'età in cui ci si dovrebbe divertire, almeno secondo i dettami cinematografici e televisivi, Amberle ed Eretria sono il veicolo che The Shannara Chronicles sta sperimentando per far ascendere il proprio pubblico, prevalentemente teen, a un livello diverso - almeno nelle intenzioni - strizzando persino l'occhio alla fetta più nerd dei propri fan con una piccolo, azzeccatissimo accenno a Dungeons & Dragons.

In virtù di queste nobili intenzioni, la coscienza ci impone di chiudere un occhio su qualche discontinuità di ritmo e ingenuità nello script, in favore di un proposito che connota questa serie come uno degli esperimenti più impavidi di quest'annata televisiva.

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