The Serpent: la recensione
The Serpent è una miniserie con Tahar Rahim e Jenna Coleman che ricostruisce la vita del killer Charles Sobhraj
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The Serpent era uno dei soprannomi del killer Charles Sobhraj, e oggi è anche il titolo della miniserie che ne racconta la vita. Si tratta di un prodotto che si inserisce nel filone delle storie sui killer, che tra serie tv e serie documentario stanno vivendo una certa fortuna negli ultimi anni. Trasmessa in originale sulla BBC e distribuita da noi su Netflix, The Serpent non spicca come un prodotto particolarmente caratteristico. Al di là della veridicità degli eventi, la costruzione dell'intreccio si basa su figure e momenti tipici di queste vicende. La particolarità più grande, allora, è il racconto della storia in ordine non lineare, una scelta che tuttavia in più di un momento penalizza il coinvolgimento.
Composto da otto episodi da cinquanta minuti circa, The Serpent è appesantito soprattutto nelle prime puntate da una narrazione non lineare. La storia salta spesso tra passato e presente, inserendo fino alla fine altri momenti e aprendo spiragli su altre storie. È tutto un continuo saltare da un momento all'altro nel tempo. Lo scopo è far dialogare la ricerca nel presente dei due belgi scomparsi con dei flashback che ne ricostruiscono la triste storia. Tuttavia anche questa scelta non dura a lungo e non ha quella coerenza che la riscatterebbe. Ci saranno altri flashback dedicati alla vita di altre vittime, o di complici, o dello stesso Charles nel finale. Così facendo, The Serpent tuttavia diluisce la tensione piuttosto che concentrarla.