The Secret - Le verità nascoste, la recensione
Ricalcato su La morte e la fanciulla di Polanski, The Secret cambia tutto ma non tiene l'idea cruciale, scombinando ogni senso e perdendo il fascino
Ci sono i remake, ci sono i reboot, ci sono i re-imagining e i film solo ispirati ad altri.
Il titolo italiano riprende quello (sempre italiano) di un thriller di Robert Zemeckis ma ad essere rifatto è un film di Roman Polanski, stupendo (quello sì), intitolato La morte e la fanciulla. Lo scheletro di quel film, ripreso in questo, è quello di una coppia che entra in contatto con un uomo: lei riconosce in lui il suo torturatore, la persona che l’ha violentata e massacrata anni addietro, lo cattura e lo lega, vuole vendetta; lui nega come può e più che può, nega fino alla morte e cerca di dimostrare a parole di non essere quella persona; il marito non sa a chi credere. Era, quello di Polanski, un film sulla colpa, sui limiti (esistenti o meno) della giustizia privata, sul rimorso e sulla violenza della vendetta delle vittime (uno dei molti fatti dal regista dopo la fuga dall’America). Questo invece non è chiaro su cosa sia davvero. È chiaro solo cosa voglia affermare.
Il punto ovviamente è l’opposto cioè l’importanza di credere alle donne che raccontano di essere state vittime, e qui sta il nocciolo della diversità dal suo modello. Dove La morte e la fanciulla si poneva tantissime domande e cercava di impedire a tutti di prendere una posizione facile e sicura, sostanzialmente indagando i limiti della colpa, se ce ne siano, questo film indirizza gli spettatori su un binario certo, li rassicura sul fatto che una posizione giusta esiste ed entro la fine del film ci verrà comunicata.
In questo modo anche il twist finale perde di significato, o meglio ne acquista un altro molto più moralista e meno morale. Ma del resto è una scelta che fa il paio con i dialoghi aggiunti che spiegano tutto, con i personaggi accessori che rinforzano certe impressioni e esplicitano ciò che invece rimaneva sospeso. Addirittura l’uomo la cui vita è scrutinata per scoprirne l’identità ha qui una backstory, levando quel mistero insondabile che lo rendeva un contenitore vuoto, un agnello sacrificabile (forse).
A compensare allora dovrebbero essere le interpretazioni, gli attori dovrebbero introdurre ambiguità.
Dovrebbero….