The Romanoffs 1x06 "Panorama": la recensione

Le nostre impressioni sul sesto episodio stagionale di The Romanoffs

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Spoiler Alert
In una serie composta da storie semplici, Panorama presenta forse la più semplice di tutte. Quantomeno quella che si appoggia sui personaggi con i quali è più facile empatizzare. Questo piccolo dramma in tre atti di The Romanoffs, che parte in medias res e si conclude in modo quasi surreale, ruota intorno all'incontro tra due personaggi molto distanti. Non vuole risolvere le loro vite, e rinuncia alla provocazione o a quel tentativo – spesso a vuoto – di assumere una visione più grande, che ogni tanto emergeva negli episodi precedenti. Al suo posto presenta una storia come tante, arricchita anche visivamente dallo scenario di Città del Messico, che diventa sempre più protagonista muovendosi avanti nella puntata.

Abel (Juan Pablo Castaneda) è un giornalista che indaga sulle presunte pratiche truffaldine di un medico. Si finge malato per poter scoprire qualcosa di più su ciò che avviene alla clinica. Qui incontra per caso una donna facoltosa di nome Victoria (Radha Mitchell) che si è recata sul posto per trovare una cura al figlio emofiliaco di nome Nick (come lo zar Nicola, ultimo imperatore di Russia). Per lei si tratta di un'ultima, flebile speranza, mentre il figlio appare fin da subito più rassegnato e lontano. A risvegliarlo dal torpore proprio l'incontro con Abel, che in una giornata diversa porterà entrambi a visitare il centro storico della città.

Il legame con i Romanoff, una volta di più, definisce solo incidentalmente i protagonisti. E sembra una forzatura legare la condizione fisica del ragazzo ad una sorta di colpa famigliare. L'episodio funziona perché non dà risposte, e forse non pone nemmeno domande. Ci sono persone che si incontrano, si arricchiscono a vicenda per quanto possibile, e poi ripartono ognuna per la propria strada. La storia d'amore sarebbe anche scontata, ma la scrittura non segue necessariamente quello che ci aspettiamo.

Più pregnante e interessante allora è la presenza del Messico all'interno della storia. O della Storia, con la lettera maiuscola. Non ci sono legami diretti ai Romanoff qui, ma il modo in cui in un dipinto che ci viene mostrato le figure storiche di ogni epoca si mescolano con la gente comune in un tripudio di sangue e autodeterminazione, ha qualcosa che per la prima volta ci avvicina al "senso storico" della serie. Tutto viene poi reiterato nell'inquadratura finale, in cui il presente e il passato si fondono, forse l'unico momento surreale della serie a parte il terzo episodio.

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