The Responder (stagione 1): la recensione

Buia e sfaccettata quanto il suo protagonista, The Responder è un diamante di sublime scrittura ed eccelse interpretazioni

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Spoiler Alert

La nostra recensione di The Responder, nuova serie britannica disponibile dal 6 luglio su Disney+

Una sinfonia in scala di grigio: così potremmo descrivere The Responder. La serie britannica ideata da Tony Schumacher non cede mai il passo a facili schematismi, concentrandosi sul ritrarre con uguale attenzione luci e ombre dell'animo umano. Tra luci e ombre opera il suo protagonista, il poliziotto Chris Carson (Martin Freeman) assegnato ai logoranti pattugliamenti notturni di Liverpool. Immerso in un continuo baluginio di insegne luminose e sudiciume di periferia, l'uomo lavora alacremente cercando di non soccombere al peso dei propri ingombranti fantasmi familiari; un padre violento e una madre amorevole ma in fase terminale sono, infatti, le sue meste radici.

A casa non va molto meglio; la figlioletta Tilly illumina come può il grigiore del matrimonio di Chris con Kate (MyAnna Buring), piagato dall'assenza dell'uomo e dai troppi non detti. Tra questi non detti ci sono i rapporti non proprio limpidi di Chris con Carl (Ian Hart), amico di lunga data divenuto spacciatore. Un passaggio di informazioni che approfitta della divisa dell'uno per aiutare le attività dell'altro, secondo vie che nulla hanno a che fare con una condotta professionale. Ma Chris ha bisogno di soldi per pagare la clinica della madre, e Carl non è che un pesce piccolo al servizio di figure ben più losche e potenti.

Un realismo schiacciante

Parallelamente all'attenta costruzione psicologica di Chris e dei comprimari, The Responder colpisce per la verità che trasuda da ogni inquadratura, da ogni piccola storia; verità che deriva anzitutto dal passato in polizia dello stesso Schumacher, che vuole raccontare attraverso la propria creatura la dura vita di una Liverpool nascosta. Come detto, non c'è riduzione semplicistica ai concetti di bene e male; i personaggi di Schumacher sbagliano tutti, anche consapevolmente, e portano su di sé la croce dei propri errori. Il miraggio della redenzione è una luce intermittente, che spesso si rivela fallace illusione; lo sa Chris e lo sa Casey (Emily Fairn), tossicodipendente che sottrae a Carl una ghiotta partita di droga sperando di cambiare il proprio status.

L'approfondita conoscenza di certe dinamiche consente a Chris di prendere decisioni che sembrano assurde alla sua partner Rachel (Adelayo Adedayo), appena affacciatasi alla professione. Eppure, è proprio il discostarsi dalle rigide regole del mestiere a garantire al personaggio di Chris un vibrante realismo. La singola effrazione cambia radicalmente di gravità in base al contesto in cui viene effettuata; arrestare o meno un individuo potrebbe definirne in modo indelebile il futuro, precludendogli - o aprendogli - la strada per il miglioramento. Scelte difficili, che Chris compie notte dopo notte, e che costituiscono solo una minima parte dei dilemmi interiori dell'uomo.

Un bravo poliziotto

"Voglio solo fare qualcosa di buono," ripete Chris alla psicologa messa a disposizione dal corpo di polizia; una volontà che, agli occhi dello spettatore, cozza spesso con le sue azioni oltre il limite della legalità. In questo, The Responder sembra indicarci una morale "altra" rispetto a quella della legge, suggerendo che si possa fare del bene a prescindere dall'umana giustizia. Il relativismo la fa da padrone in questo cupo racconto che si distacca dai topos del giallo e del poliziesco; a Schumacher non interessa mostrarci i meccanismi d'indagine e le deduzioni di Chris, ma farci entrare nella sua realtà quotidiana, fatta di decisioni difficili ed equilibri complessi.

Non è infatti il talento investigativo (è un ex detective declassato a semplice agente) a far di Chris un bravo poliziotto. È la sua umanità a fare la differenza; in lotta con spettri interiori di portata mastodontica, egli riesce a conservare una capacità empatica che lo innalza al di sopra dei propri errori. È un buono che ha fatto cose cattive, ma non è definito in toto dalle sue azioni sul posto di lavoro. Certo, giungerà anche per lui il momento della resa dei conti, e la conclusione perfetta di questo arco apre il campo a un futuro incerto. Il già avvenuto rinnovo della serie per una seconda stagione non fa che acuire la nostra curiosità; cosa accadrà a Chris, a Rachel, a Casey e al resto dei complessi protagonisti di The Responder è un mistero più avvincente di qualsiasi caso irrisolto.

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