The Resident 1×12 “Rude Awakenings and the Raptor”: la recensione

La nostra recensione del dodicesimo episodio di The Resident intitolato Rude Awakenings and the Raptor

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Spoiler Alert
A due episodi dalla fine di questa prima stagione di The Resident, composta appunto da 14 puntate, in Rude Awakenings and the Raptor il Chastain, dopo aver perso Nic, licenziata da Bell nella sua nuova funzione di amministratore delegato dell'ospedale, perde un altro medico di cui, tuttavia, non sapevamo molto: il dottor Bradley Jenkins, interpretato da Steven Reddington.
Nonostante l'attore sia comparso in ben quattro episodi di questa stagione (confessiamo di esserci trovati nella necessità di controllare il dato prima di scrivere questa recensione), il suo personaggio non ha lasciato evidentemente una grande traccia negli spettatori ed il fatto che in questa puntata ci venga quindi venduta l'idea che Bradley avesse un legame di amicizia con Conrad, Mina e soprattutto Devon, ci è sembrato un po' strano e, da parte degli autori, è perlopiù un espediente per introdurre un tema delicato e cioè quello degli operatori ospedalieri che soffrono della sindrome da burnout, una condizione che interessa chi è impiegato nelle cosiddette professioni d'aiuto o i first responder e che, nelle forme più gravi, può portare al suicidio.

Nonostante, come anticipavamo, del personaggio di Bradley ricordassimo poco o niente, la sua storyline funziona e, alla fine dell'episodio, è difficile non provare un senso di empatia e di pena per la storia del giovane medico. Dopo essere letteralmente atterrato nel centro del tavolo che campeggia nella sala riunioni dell'ospedale - proprio quanto Bell stava stava tenendo il suo primo, accorato discorso come nuovo CEO, - in seguito ad volo di diversi piani, la vita del dottor Jenkins è legata ad un filo ed i suoi amici, come prevedibile, fanno di tutto per salvarlo.
In puro stile Bell, Randolph cerca immediatamente di trovare un escamotage per impedire che l'ospedale venga messo sotto accusa o ritenuto responsabile per Bradley mentre il paziente è ancora tra la vita e la morte, ma fortunatamente questa storyline non prenderà la piega dell'ennesimo scontro tra medici buoni e cattivi e si concluderà invece con la confessione del giovane medico, a cui i colleghi riescono fortunatamente a salvare la vita, che dirà come - sebbene la sua caduta sia stata accidentale - egli abbia davvero convissuto da molto tempo con pensieri suicidi, legati sia alla pressione della sua difficile professione, sia al fatto che l'abbia scelta più per seguire le orme della sua ben più talentuosa sorella, che per un'autentica vocazione.
Il fatto che The Resident tocchi un argomento così delicato e di cui si parla purtroppo ancora molto poco come la sindrome da burnout, è comunque una mossa coraggiosa e ben giocata da parte degli autori, soprattutto quando, attraverso l'esperienza di Bradley, suggeriscono come quella del medico non sia affatto una professione per tutti e che, più in generale, il salvare vite pone questi operatori in una condizione di stress tale da dover essere monitorata con maggior attenzione dall'intera comunità medica nella quale la percentuale di suicidi è tristemente alta.

Per un medico che se ne va, ne arriva però un altro.
Malcolm-Jamal Warner (per chi non lo ricordasse il Theo della serie "La famiglia Robinson") fa il suo debutto nel ruolo del talentuoso e volatile cardiochirurgo, dottor AJ Austin. Poco prima che la tragedia di Bradley interrompesse la riunione di Bell, quest'ultimo aveva appena finito di annunciare che avrebbe fatto di tutto per portare questo talento della cardiochirurgia nel team dell'ospedale. Per un uomo dell'immoralità di Bell, il primario di chirurgia/amministratore del Chastain dimostra una notevole sensibilità umana quando decide di affidare a Mina il compito di fare da Cicerone al nuovo ospite, soprattutto quando verrà rivelato il fatto che il dottor Austin accetterà di entrare nell'equipe medica sostanzialmente perché attratto dal dalla forte personalità di Mina.
Come quasi tutto ciò che riguarda questa serie, anche l'indole del nuovo arrivato si rivela pericolosamente instabile e sopra le righe, ma quando AJ è in una sala operatoria, nonostante il suo inscusabile comportamento con i colleghi ed il personale di sala, si capisce anche perché Bell abbia puntato su un talento come il suo.
Sebbene sia virtualmente difficile dire che un carattere così aggressivo possa davvero piacere, è altresì evidente come - a differenza di Bell o di Lane - il medico sia genuinamente interessato al benessere dei propri pazienti e che, in parte per incapacità, in parte per arroganza, non sappia semplicemente come trattarli, il che è peraltro un po' quanto si dice di tutti i bravi chirurghi. Sarà interessante vedere come il suo rapporto con Mina si svilupperà e lo sarà anche vedere come AJ si rapporterà con Bell una volta che la verità sul suo conto arriverà al suo orecchio, cosa che inevitabilmente accadrà. Proprio come lo stesso Randolph noterà, è evidente altresì come dietro all'atteggiamento aggressivo del dottor Austin si celi una spiegazione che ancora non conosciamo e che tutta quella rabbia nasconda probabilmente una storia di dolore o forse solitudine che aspetta solo di essere raccontata.

Anche lo scontro Nic/Lane trova un posto importante nell'episodio.
L'infermiera, libera suo malgrado da impegni lavorativi, decide infatti di continuare la sua indagine sulla dottoressa Hunter commettendo tuttavia l'ingenuità di mancare di discrezione e affrontarla faccia a faccia, comunicandole come il licenziamento abbia solo rinvigorito il suo impegno nello smascherarla.
Quello che Nic scoprirà, o forse piuttosto quello che non scoprirà, nonostante l'infermiera riesca a mettersi in contatto con un ex pupillo della dottoressa la cui carriera è stata rovinata quando ha cominciato a dare voce ai sospetti nei confronti della sua mentore, il fatto che qualcuno cominci a pedinarla e che riceva infine velate, ma chiare minacce da un uomo che la incoraggia a non proseguire nella sua indagine, faranno capire non solo fino a dove Lane sia disposta a spingersi, ma anche che nasconda probabilmente un segreto ben più grande di quello che gli spettatori stessi immaginano, il che - considerato che sappiamo che la Hunter si è già macchiata di omicidio e che sta truffando pazienti e assicurazioni - fa di lei un personaggio quasi mitologico nella sua cattiveria. E' difficile capire le intenzioni degli autori circa questa particolare trama e se verrà conclusa entro la fine di questa stagione, ma se così sarà, considerato che mancano appunto solo due episodi alla fine, dobbiamo immaginare che da qui in avanti si scatenerà davvero l'inferno.

https://www.youtube.com/watch?v=7ghrXootJEw

La prima stagione di The Resident va in onda negli Stati Uniti ogni lunedì su Fox.

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