The Resident 1×06 “No Matter the Cost”: la recensione

La nostra recensione del sesto episodio di The Resident intitolato No Matter the Cost

Condividi
Spoiler Alert
Il sesto episodio di The Resident, intitolato No Matter the Cost, si è rivelato molto intenso, soprattutto perché è il primo in cui otteniamo aggiuntive informazioni sulla vita privata di alcuni dei personaggi principali, Conrad compreso, che - in parte - ci aiutano a comprendere che tipo di persone essi siano e perché si comportino in un certo modo sul lavoro.
Uno degli aspetti più avvincenti è sicuramente dato dal'accoppiata Nic/Mina che vediamo interagire quasi per la prima volta, anche al di fuori dell'ospedale, e che si riveleranno molto più simili di quanto potessimo immaginare, una constatazione che, evidentemente, non sorprende in positivo non solo il pubblico, ma anche i personaggi stessi.
Dopo aver subito un tentativo di rapina da un ragazzo del suo quartiere, Mina, che riesce a stenderlo senza grosse difficoltà, lo porta infatti in ospedale per le prime cure. Le due uniranno poi le forze per aiutare il giovane a ricongiungersi con la famiglia e cercare di affrontare la sua dipendenza dalle droghe e sarà proprio in questa occasione ed al di fuori delle mura piuttosto tossiche del Chastain Park Memorial, che tra le due nascerà un legame quando Nic scoprirà che Mina cura nella sua stessa casa alcuni vicini che non possono permettersi cure mediche adeguate, usando peraltro materiale prelevato illegalmente in ospedale, rischiando di perdere la propria licenza, e Mina verrà invece a sapere che Nic ha una sorella, ex alcoolista, che le ha reso l'adolescenza un inferno.
La condivisione delle loro esperienze personali, finirà per avvicinare due personaggi interessanti, che fino a questo momento non solo non si erano mostrate interessate l'una all'altra, ma sembravano avere delle riserve e dei pregiudizi reciproci che cominciano però a sgretolarsi , proprio grazie questa esperienza condivisa e alle confidenze che si fanno.
Mina Okafor, insieme al dottor Devon Pravesh, sono d'altronde due dei personaggi più interessanti e meglio concepiti dello show, soprattutto perchè, nel loro caso, gli autori sembrano aver rinunciato a molti degli eccessi drammatici che dispensano al resto del cast, per descrivere due esseri umani intriganti con alle spalle una storia plausibile ed umanamente avvincente.

Ed a proposito di Devon, anche lui sarà protagonista di una storyline che si sta rivelando, di puntata in puntata, sempre più esplosiva e che coinvolge da vicino il trial oncologico della dottoressa Lane Hunter, che una Nic in cerca di maggiori prove, accusa di star frodando le assicurazioni dei propri pazienti, prescrivendo loro dosaggi di chemioterapia eccessivi e praticando addirittura inutili interventi. A convincere Devon della veridicità dei sospetti di Nic, sarà proprio la scoperta che Lily, sul punto di subire un trapianto di midollo, sarebbe potuta morire a causa di un problema verificabile con delle semplici analisi del sangue. Quando il dottor Pravesh riuscirà a fermare l'intervento salvandole la vita e parlerà con la dottoressa Hunter chiedendole come sia possibile che nessuno, nella sua clinica, si sia accorto del problema, la dottoressa declinerà ogni responsabilità, accusando qualche sedicente tecnico di laboratorio della mancanza, un atteggiamento che, ovviamente, insospettitrà Devon e lo convincerà della cattiva fede di Lane.

Ultimo, ma non ultimo, abbiamo Conrad ed il suo conflittuale rapporto con il padre Marshall Winthrop (Glenn Morshower).
L'episodio non ci fornisce informazioni sul perché padre e figlio, come scopriremo, non si parlino da più di 10 anni, ma l'atteggiamento freddo del protagonista è un chiaro segno che Marshall non sia affatto l'uomo che sembra e da cui il figlio ammette di essersi allontanato scegliendo di andare addirittura a combattere in Afghanistan piuttosto che rimanervi a contatto.
Che il ricco padre di Conrad sia una persona manipolativa lo si capisce tuttavia quando farà al figlio una proposta difficile da rifiutare: finire cioè il proprio internato e essere messo a capo di una catena di piccole cliniche che il padre vorrebbe aprire come investimento, permettendogli così di fare davvero la differenza nello svolgimento della propria professione, senza essere sottoposto alla burocrazia di un ospedale come Chastain Park Memorial.
Nonostante la proposta del padre sembri scaturire da un sincero interesse per Conrad, la sua reazione sci fa comprendere chiaramente che c'è ancora molto da scoprire sul loro passato e sulle radici del loro conflittuale rapporto.

L'aspetto meno riuscito dell'episodio riguarda invece l'introduzione di un nuovo personaggio, il dottor Ben Wilmot (Jocko Sims), diretto superiore di Conrad che si dimostra essere l'ennesima nemesi del protagonista, come se per essere assunti in questa struttura ospedaliera sia necessario essere un medico senza cuore, completamente indifferente alle esigenze dei propri pazienti.
Per quanto la conflittualità tra il protagonista ed "il sistema" sia parte integrante della serie, c'è da chiedersi quanto credibile sia che il personale del Chastain Park Memorial sia una tale concentrazione di delinquenti tra una truffatrice come la dottoressa Hunter, un assassino come il dottor Bell, una calcolatrice umana come la dirigente Renata Thorpe ed ora anche il dottor Wilmot, un aggressivo ed egocentrico camice bianco incapace di dimostrare la minima empatia nei confronti dei propri pazienti.

La prima stagione di The Resident va in onda negli Stati Uniti, ogni lunedì, su Fox.

Continua a leggere su BadTaste