The Resident 1×04 “Identity Crisis”: la recensione

La nostra recensione del quarto episodio di The Resident intitolato Identity Crisis

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Spoiler Alert
Come sarebbe The Resident se non si prefiggesse solo il compito di essere il conduttore di una denuncia sociale?
In un certo senso Identity Crisis risponde proprio a questo quesito, pur aggiungendo elementi a quella che, immaginiamo, sarà un'importante trama orizzontale della stagione e che riguarda i sospetti di Nic (Emily VanCamp) sulla dottoressa Lane Hunter e la decisione dell'infermiera di indagare sulla sua clinica privata.

L'aspetto più positivo della serie, e Identity Crisis ce lo conferma, è che l'approccio così umano del dottor Conrad Hawkins nei confronti dei pazienti, in un certo senso si trasmette agli autori e da loro, agli spettatori. Quando si guarda ad un dramma ambientato in un ospedale, i protagonisti sono solitamente i medici o le infermiere che vi lavorano e solo saltuariamente arriva un paziente la cui storia coinvolge davvero il pubblico, non tanto o non solo per le emozioni che trasmette al medico che se ne prende cura o per la lezione che gli impartirà, ma per la sua storia in sé e per sé.

The Resident, in questo senso, cerca di ritagliarsi un posto in questo competitivo genere, proprio focalizzando la propria attenzione anche sui pazienti: basti pensare per esempio al caso di Eric, il ragazzo entrato in ospedale in seguito ad un incidente e, a causa della confusione in fase di triage, sostanzialmente lasciato a morire su una barella, senza che nessuno si rendesse conto delle sue reali condizioni di salute. Per essere un personaggio che quasi non proferisce parola e di cui conosciamo il nome solo attraverso una serie di allarmati messaggi inviatigli dalla madre sul cellulare, la sua storia ha un certo impatto emotivo, probabilmente alimentato anche dal fatto che da spettatori, abbiamo molte più informazioni su di lui dei medici stessi, motivo per cui la frustrazione iniziale di Conrad ed il suo sollievo quando gli viene consegnato infine il suo cellulare, diventano comprensibilmente anche la nostra frustrazione ed il nostro sollievo.

Un'altra scena decisamente riuscita è quella in cui la dottoressa Mina Okafor e Conrad fanno squadra, decidendo di infrangere il protocollo ospedaliero per salvare la vita di un paziente a cui fare una tracheotomia d'urgenza. Considerati i precedenti i precedenti del protagonista è lecito domandarsi quali regole possano essere infrante e quali invece dovrebbero essere rispettate, un sottile confine che, come abbiamo visto nei passati episodi, ha già messo nei guai l'internista.

E poi naturalmente c'è il caso di Lily ed i sospetti di Nic su pratiche non esattamente lecite portate avanti dalla dottoressa Hunter.
Come avevamo già accennato tempo addietro, pur essendo entrambi eticamente più che discutibili, la dottoressa interpretata da Melina Kanakaredes si sta rivelando, episodio dopo episodio, quasi peggiore di Bell. Dove quest'ultimo fa cose indiscutibilmente esecrabili, ma sembra ancora avere un vago senso di umanità e di rimpianto per ciò che la sua professione significava per lui all'inizio della propria carriera, Lane è una calcolatrice ambulante, che pensa solo ed elusivamente al proprio tornaconto personale a discapito dei pazienti, tanto da far mettere in dubbio a Nic la legittimità del trial sperimentale di cui Lily fa parte, a causa del quale sembra che ai pazienti vengano date dosi eccessive di chemioterapia, mettendo a repentaglio il loro stato di salute.

In una serie il cui confine tra etico ed immorale è sempre stato piuttosto sottile, ed in cui le storie dei pazienti sono sicuramente toccanti, resta tuttavia sullo sfondo una struttura medica che nasconde il segreto di Pulcinella, in cui tutti conoscono la verità sulle condizioni del dottor Randolph Bell o la sospettano, ma nessuno - tra aperte e velate minacce - osa davvero denunciarlo. Conrad compreso.
Ma che il Chastain Park Memorial sia lungi dall'essere la struttura d'eccellenza che vorrebbero farci credere sia, lo dimostra anche solo il fatto che, secondo gli eventi di questo episodio, a causa dell'assenza di una sola infermiera, licenziata per un ridimensionamento del personale, il pronto soccorso cade nel caos, mettendo appunto a repentaglio la vita dei pazienti a causa di un personale insperato ed incapace di ricoprire un ruolo di responsabilità.

Ciò in cui The Resident eccelle, d'altronde, è proprio nella sua capacità di ridisegnare una linea di demarcazione tra giusto e sbagliato, dimostrando che non tutto è bianco e nero né facilmente giudicabile come potrebbe apparire. Dove gli strutturati ed i primari sembrano dei mostri incompetenti e gli internisti le loro vittime sacrificali, i ruoli a volte di invertono ed "i buoni" finiscono per commettere errori o prendere decisioni sbagliate, spinti da una certa arroganza e dalla mancanza di esperienza, che non manca invece ai primi, un modo di raccontare questo difficile ambiente sicuramente frustrante da guardare, ma non per questo meno interessante.

https://www.youtube.com/watch?v=C6wO_UF7QHs

Il quinto episodio di The Resident andrà in onda negli Stati Uniti, lunedì 26 febbraio su Fox.

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