The Resident 1x02 "Independence Day": la recensione

La nostra recensione del secondo episodio di The Resident intitolato Independence Day

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Spoiler Alert
Dopo il successo in termini di ascolti ottenuti da una première trainata da una partita della National Football League, la serie con protagonista Matt Czuchry è andata in onda lunedì sera, nel suo time slot di appartenenza, con un consistente calo negli ascolti - da ritenersi comunque prevedibile (i rating sono passati da 2.7 a 1.0) - stabilendo il tono di quella che sarà la sua prima stagione.

In Independence Day viene introdotto il personaggio della dottoressa Lane Hunter, interpretata da Melina Kanakaredes, la quale, lungi dal rappresentare un personaggio positivo, è una sorta di Bell in gonnella senza tremore alle mani che, proprio come il capo di chirurgia del Chastain Park Memorial, sembra più attenta a svolgere la sua professione per fini economici che per il desiderio di aiutare il suo prossimo. La Hunter e Bell, tra battute di caccia con importanti senatori ed una evidente appartenenza allo stesso mondo dell'elite della medicina, non esitano ad usare la loro immagine e le loro conoscenze per fare ciò che è necessario per il tornaconto dell'ospedale in termini di pubblicità ed immagine, una considerazione che non sarebbe necessariamente negativa se non fosse che entrambi sembrano essere privi della capacità di empatizzare.

I casi di cui ci si occupa nell'episodio, che finiscono inevitabilmente per incrociarsi, cominciano in maniera probabilmente eccessivamente drammatica: nel primo, durante un incidente di caccia che ricorda molto da vicino quanto avvenuto nel 2006 all'allora Vice Presidente degli Stati Uniti, Dick Cheney, il Senatore Dunlap ferisce accidentalmente un amico, per poi finire in un letto di ospedale a causa di un infarto. Nel secondo, il generoso e tranquillo maestro elementare Micah, affetto da una patologia cardiaca, finisce in ospedale - bisognoso di un trapianto - proprio dopo essere stato salvato dal suo amico e medico Conrad di fronte ai suoi giovani studenti.

Quando viene annunciato l'arrivo di un cuore per Micah ed anche le condizioni del senatore peggiorano, tanto da essere inserito nell'elenco delle persone bisognose di un trapianto, ciò che seguirà è tristemente evidente: il cuore viene destinato a Dunlap.
Quella che sembra però l'ennesima cospirazione ordita dallo spregiudicato Bell, ai danni di un uomo comune ed a favore di un importante politico, finisce per dimostrarsi per ciò che è davvero, riabilitando anche in parte il personaggio del perfido professore. Per quanto la rabbia e la frustrazione di Conrad siano infatti comprensibili, le condizioni di salute di Dunlap risultano effettivamente davvero peggiori di quelle di Micah, ponendolo di fronte a lui nella lista dei trapianti.
E' qui che, come già successo nella scena finale del pilot, si comincia a delineare il vero carattere dell'eroico (?) dottor Hawkins, disposto a manipolare delle provette e falsificare delle analisi pur di salvare Micah, ridefinendo così i confini tra bene e male e tra buoni e cattivi.

Come la stessa Nic (Emily VanCamp) sottolineerà con Conrad: che cosa sarebbe accaduto se Dunlop fosse morto per le sue azioni?
Quello che sembra un paladino dei deboli è davvero da ritenersi un personaggio positivo o piuttosto, se non si rientra nella cerchia dei suoi pazienti, può dimostrarsi pericoloso tanto quanto Bell?

Un altro aspetto messo in luce dalla serie è l'omertà che vige all'interno dell'ospedale. Come avevamo sottolineato nel pilot, quasi tutti coloro che lavorano con Bell conoscono il suo problema, eppure nessuno è disposto a fare il bene dei pazienti denunciandolo e, allo stesso modo, l'infermiera Nic sembra inspiegabilmente disposta a  perdonare le pericolose intemperanze del suo ex, lasciando che metta a repentaglio la vita dei pazienti, sia che questo comporti staccare il respiratore ad una ragazza in coma (o quanto meno provare a farlo), sia che significhi cambiare le etichette di una provetta.

Non meno condannabile è l'atteggiamento, sia di Bell che di Hawkins, nei confronti della dottoressa Mina Okafor (Shaunette Wilson) che viene manipolata da entrambi nella guerra alla conquista di un cuore per il proprio paziente. Il brillante chirurgo è protagonista, tra l'altro, anche di una scena piuttosto squallida, con un uomo che tenta un approccio in un bar e che dà per scontato lei sia un'infermiera quando Mina gli dice di lavorare in ospedale e che se ne va senza dire una parola quando lei specifica di essere invece un chirurgo.

In tutta questa abbondanza di drammi e toni di grigio, in cui tutti sembrano essere sia eroi che peccatori, l'unico personaggio che sembra spiccare per la levatura morale è il dottor Devon Pravesh (Manish Dayal) che non solo prova le sue capacità di clinico nell'ambito del suo "Giorno dell'Indipendenza", ma dimostra anche di saper tener testa a Conrad, anche se - a conti fatti - nel loro acceso scambio di battute finale, quest'ultimo gli fa capire di averlo appositamente provocato per testare la sua risposta.

La prima stagione di The Resident va in onda negli Stati Uniti ogni lunedì su Fox

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