The Resident 1x01 "Pilot": la recensione

La nostra recensione dell’episodio pilota di The Resident in onda questa sera negli Stati Uniti su Fox

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Spoiler Alert
Ci sono due generi di serie televisive, quelle destinate a lasciare un'impronta indelebile negli spettatori, che si pregiano di voler far riflettere, sollevando temi spinosi e socialmente utili, e quelle concepite con il puro scopo di intrattenere, che non richiedono un coinvolgimento emotivo eccessivo, il genere di show che si può guardare mentre si è impegnati a fare altro, ma che - non per questo - risultano meno efficaci in termini di ascolti.
Un esempio recentissimo di questo genere, concepito tra l'altro dallo stesso network che manderà in onda The Resident, la Fox, è 9-1-1, che pur non distinguendosi per una scrittura particolarmente raffinata, ha ottenuto un incredibile successo in termini di rating (tanto da essere rinnovato per una seconda stagione già al secondo episodio), sfruttando quella che è una formula vincente e cioè l'uso di ottimi attori e volti noti particolarmente amati dal pubblico ed un ritmo incalzante che finiscono per sopperire a quelli che possono essere invece considerati dei difetti, se non delle evidente mancanze.

The Resident è un altro ottimo esempio di questo tipo di show.
Conrad Hawkins (Matt Czuchry, il Logan di Una mamma per amica) è l'eccentrico specializzando di un prestigioso ospedale e fin dai primi momenti del pilot, si capisce che è un dottore sui generis, che contesta l'autorità e la burocrazia ed al quale le regole vanno strette, ma che, nella singolarità dei suoi metodi, ottiene sempre buoni risultati, avendo in più il dono di essere un ottimo comunicatore.
Conrad ha avuto/ha una relazione con l'infermiera professionale Nevin (Emily VanCamp), a cui è ancora sentimentalmente legato nonostante la ritrosia della donna, la quale tuttavia non fa mistero di apprezzare i suoi metodi, mentre nel resto del cast - a coprire la quota politically correct di multiculturalismo -  troviamo invece il chirurgo nigeriano Mina Okafor (Shaunette Renée Wilson) ed il nuovo specializzando, il dottor Devon Pravesh (Manish Dayal), fresco di Harvard e completamente ignaro di quello che significhi essere davvero un dottore, almeno secondo gli standard del dottor Hawkins.

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Non manca ovviamente cattivo di turno: il perfido dottor Randolph Bell (Bruce Greenwood), il chirurgo più famoso dell'ospedale, il volto che si vede su ogni cartellone pubblicitario della città, il genio della medicina che, nella realtà, uccide pazienti come mosche in sala operatoria, a causa di un tremore che rifiuta di rivelare, rischiando così di mettere fine alla sua carriera, il quale ricatta colleghi ben più bravi di lui perché lo aiutino a perpetrare il suo mito e proteggere le sue pericolose bugie.
Sebbene l'intento della serie sia evidentemente quello di esplorare potenziali problemi etici che riguardano il mondo della salute - un argomento spinoso negli Stati Uniti - nel quale troppo spesso, come dimostra il personaggio di Bell, il proprio tornaconto personale prende il sopravvento sulla missione di salvare vite umane, quello che lascia perplessi è l'esecuzione in sé di questa idea. Bell è per Conrad un antagonista talmente tanto sopra le righe, come d'altra parte è sopra le righe il protagonista stesso, che il confine disegnato dagli autori tra credibilità e assurdità è fin troppo sottile e soap-operistico, soprattutto quando enormità come la morte di un paziente a causa della negligenza di un chirurgo, sembrano avvenire quasi quotidianamente e sotto gli occhi di uno staff medico che conosce la verità sul dottor Bell e che, tuttavia, non fa assolutamente nulla per fermarlo.

Non è certo la prima volta, inoltre, che in televisione vediamo la rappresentazione di un medico anti-eroe, veemente ed egocentrico, Gregory House ha fatto un'arte di queste caratteristiche, ma il protagonista di The Resident è piuttosto lontano da certi standard, soprattutto perché non è né completamente un bastardo, né il tipico esempio di buon dottore di famiglia, soprattutto quando prende decisioni gravemente immorali, finendo per gravitare in un limbo non ben definito.
Da non sottovalutare, in aggiunta, che la serie sbarca in televisione a stagione già inoltrata, avendo un contendente davvero ostico da battere e cioè il dottor Shaun Murphy, un personaggio complesso, magistralmente interpretato da Freddie Highmore, protagonista di The Good Doctor (ABC), indiscusso vincitore della gara dei rating di quest'anno.
Sulla base di queste considerazioni, prevedere il successo o il fallimento di una serie come questa sarebbe quasi come giocare alla roulette russa, perché gli stessi elementi che possono decretarne il riconoscimento, potrebbero in realtà segnarne anche la condanna.

Dalla première, che debutterà appositamente questa sera negli Stati Uniti, dopo un'importante partita del campionato di Football americano come traino, ci attendiamo buoni risultati in termini di ascolti, che dovranno tuttavia essere giudicati nel loro complesso solo quando la serie verrà trasmessa nel suo time slot originale e cioè il lunedì sera su Fox.

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