The Princess, la recensione - Articolo del 1 July 2022 - 546698
Non una storia in una cornice d'azione ma un vero film d'azione e arti marziali che poi contiene anche una storia
La recensione di The Princess, disponibile su Disney+ dal 1 luglio
Prima l’azione e dopo, molto dopo, il contesto.
Certo, The Princess rimane un film per ragazzi, senza quell’idea di realismo nei confronti fisici che si trova nel cinema asiatico (ma anche in John Wick e Atomica bionda) e diverse concessioni più fumettose. Tuttavia non ha paura del sangue e del rumore di ossa rotte, a cui unisce una ferma determinazione a raccontare non un personaggio ma un atteggiamento nei confronti della vita, delle difficoltà e della strada in salita che qualsiasi donna si trova davanti se non vuole rimanere nei binari fissati per lei dalla società. Che tutto ciò sia raccontato con l’azione invece che con le parole è il bonus.
Di film che raccontano i cambiamenti nei rapporti tra sessi ne abbiamo visti molti, come ne abbiamo visti che mettono una donna nel ruolo principale d’azione, The Princess fa qualcosa di più sofisticato, quella voglia di riscatto di cui quei film vogliono farsi risultato, la mette in scena, rappresenta la tenacia, la forza e la determinazione attribuendola ad un personaggio femminile come non sì vedeva dai tempi di Knock Out (ma lì c’era la ora cancellata Gina Carano, una vera forza della natura). Non stupisce allora che a dirigere tutto ciò non ci sia un nome americano ma uno vietnamita, Kiet Le-Van che condivide il merito del film con il suo coreografo di fiducia (erano insieme già in Furie, film che lo ha messo in luce) Kefi Abrikh. Cinema americano girato in Bulgaria (e si vede, ahimè) con dedizione testa e mentalità asiatica, attori e performer americani (e anche qui si vede) ma va tutto bene così. Avercene di cinema per ragazzi così testardo e radicale!