The Piper, la recensione

The Piper si confonde fra decine di altri horror con antagonisti soprannaturali, sprecando una premessa interessante fra musica e leggenda.

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la recensione di The Piper, il nuovo film diretto da Erlingur Thoroddsen, in arrivo al cinema il 18 gennaio.

Ci vuole quasi un’ora e venti prima che The Piper regali una buona scena horror. Niente che non si sia visto mille volte, solo un momento gore ben fatto e senza fronzoli. Eppure quando arriva si tira un sospiro di sollievo. Significa che qualcosa non quadra, che il film non sta facendo il suo dovere. E dire che non gli si chiede molto. Passata la suggestione dei primi minuti, quando sembra poter sfruttare i propri elementi narrativi per dire qualcosa di interessante, ci si accontenterebbe di un po’ di divertimento. Sarà per la prossima volta.

Una compositrice muore misteriosamente tentando di distruggere le partiture della propria sinfonia. La sua allieva (Charlotte Hope) si mette alla ricerca degli spartiti, convinta così di poter fare carriera nell’orchestra. Peccato che su quella musica gravi una maledizione, scatenando un mostro vendicatore che somiglia molto al Pifferaio di Hamelin della leggenda. The Piper ha qualcosa da dire come folk-horror fiabesco? O magari come racconto di un’ossessione artistica, stile Il cigno nero? Dopotutto può vantare l’ultima prova del compianto Julian Sands, impeccabile nei panni del maestro d’orchestra reso folle dall’ambizione.

Dopo un po’ queste suggestioni cadono nel vuoto, galleggiando in modo informe senza trovare una vera coerenza. Tanto è tutto un pretesto per sguinzagliare l’ennesimo boogeyman, che è poi il motivo per cui si paga il biglietto. Gli appassionati di horror non se ne preoccupano. Routine e superficialità non hanno mai rovinato a nessuno un’ora e mezza di sani spaventi. Non importa se il film è pieno di bambini (inutili per la trama) solo perchè presenti nella fiaba. Non importa se la fiaba non ha vera attinenza con la vicenda raccontata. Non importa se i protagonisti sono bidimensionali, e neanche se il mostro c’entra col resto come i cavoli a merenda. Sguinzagliamolo e vediamo cosa sa fare.

La storia dell’horror è piena zeppa di film “da discount” che però si ricordano con affetto. Magari perchè il cattivo funziona, magari per qualche colpo splatter ben assestato, magari per un’ideuzza narrativa. The Piper si limita praticamente a quell’unica scena. Niente di tragico, si è visto molto di peggio. Ma manca completamente quel cuore sgangherato che gli avrebbe fatto guadagnare qualche punto agli occhi degli aficionados, andando direttamente al sodo e tagliando un po’ di fuffa pseudomusicologica per regalare qualcosa di più sul versante del divertimento cruento. Invece tocca sorbirsi il classico cliffhanger finale che promette nuove avventure, senza però averne viste granchè in questo primo capitolo..

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