The Perfect Couple, la recensione: la versione Netflix di The White Lotus affascina ma non convince

La recensione di The Perfect Couple, la miniserie Netflix disponibile in streaming dal 5 settembre 2024, con Nicole Kidman e Liev Schreiber

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Unire un mistero in stile Big Little Lies a un'ambientazione che ricorda The White Lotus poteva sembrare una formula vincente, soprattutto considerando la possibilità di avere un cast stellare e Susanne Bier alla regia, tuttavia il risultato è deludente: The Perfect Couple sa affascinare i suoi spettatori, ma lascia insoddisfatti.

La scelta di adattare il romanzo di Elin Hilderbrand in una miniserie non ha aiutato inoltre a mantenere alta la tensione e la curiosità nel corso di sei ore, diluendo eventi e svolte narrative verso un epilogo poco incisivo.

La sinossi di The Perfect Couple

Nella cornice soleggiata ed esclusiva di Nantucket, sta per svolgersi un matrimonio molto atteso da chi frequenta l'alta società: quello tra Benji Winbury (Billy Howle), figlio di una famiglia famosa e benestante, e Amelia Sacks (Eve Hewson), una giovane molto distante da quel mondo glamour.

La madre dello sposo, Greer (Nicole Kidman), è inoltre una famosa scrittrice e non approva l'unione.

Il matrimonio non viene però celebrato quando tra gli invitati avviene una tragica morte.

Kidman e Schreiber nella serie

Un cast stellare

I primi minuti di The Perfect Couple non possono non ricordare la struttura narrativa di Big Little Lies, considerando inoltre il coinvolgimento di Nicole Kidman in entrambi i progetti, e l'approccio tagliente a un mondo all'insegna di privilegi e ricchezza sembra inserirsi senza difficoltà nella scia di The White Lotus. La leggerezza che sembra contraddistinguere le puntate nelle prime battute, considerando anche la sequenza danzata dei titoli di testa, poteva rivelarsi vincente, ma si perde progressivamente lasciando ancorati a una presunta critica sociale priva di spessore.

Il cast di altissimo livello offre comunque delle buone interpretazioni e non è del tutto imputabile agli interpreti l'incapacità di delineare dei personaggi che vadano oltre stereotipi fin troppo usati in passato sul piccolo e grande schermo. Kidman, negli ultimi anni, sembra bloccata nello stesso ruolo e le risulta ormai naturale calarsi nei panni di una donna dall'esteriorità glaciale che nasconde dei segreti (il più importante piuttosto surreale e mal gestito negli ultimi episodi), che vengono svelati nel corso delle puntate. Liev Schreiber avrebbe invece meritato uno spazio maggiore con il suo marito dalla doppia vita e dalla personalità a tratti imprevedibile.

La coppia composta da Jack Reynor e Dakota Fanning, la più divertente della famiglia, è forse la più esilarante da seguire, tra tradimenti e cordiale disprezzo nei confronti del prossimo, mentre Isabelle Adjani ha ottenuto le migliori battute inserite negli script rubando la scena agli altri membri del cast con le sue apparizioni.

Eve Hewson e Meghann Fahy sono invece le presenze più magnetiche all'interno della narrazione e convincono nella parte di due amiche molto diverse, ma profondamente legate, ognuna con problemi non detti e un approccio alla vita, più onesto e meno basato sull'apparenza, che poco si adatta alla realtà in cui si ritrovano.

Un confronto sociale che non lascia il segno

A livello narrativo il contrasto tra classi sociali, portato all'estremo con la rappresentazione delle due famiglie degli sposi e la realtà della 'normalità' rappresentata dal capo della polizia Dan Carter (Micahel Beach) e dal suo team, funziona solo a tratti. Apprezzare i 'ricchi' risulta impossibile, capire chi si è integrato in quella realtà è difficile, comprendere il motivo per cui qualcuno vorrebbe entrare in quel mondo, oltre per gli ovvi motivi poco lodevoli legati ai soldi e al potere, è quasi una missione impossibile.

L'inevitabile confronto con altri progetti analoghi arrivati in precedenza sugli schermi non aiuta però a rendere la visione imprevedibile o appassionante. Portare all'estremo ogni relazione e background dei personaggi fa poi scivolare la storia in situazioni quasi da soap opera, non potendo però raggiungere l'ironia e il sarcasmo di cult come Desperate Housewives o il già citato The White Lotus.

Il progressivo sgretolarsi dell'immagine della famiglia perfetta avviene così in modo fin troppo lento e la regia patinata di Susanne Bier, enfatizzata dagli splendidi paesaggi di Nantucket, può fare ben poco per evitare che gli spettatori facciano i conti con una certa noia.

La risoluzione del mistero, con il suo susseguirsi di rivelazioni, paga poi in modo eccessivo il gran numero di personaggi coinvolti, rendendo i vari tasselli del racconto utili, ma non essenziali.

Il cast di The Perfect Couple

Conclusioni

The Perfect Couple sembra un progetto che arriva sugli schermi forse con un po' di ritardo: un debutto all'inizio dell'estate l'avrebbe resa una visione perfetta per le giornate delle ferie estive, regalando una storia superficiale ma ben confezionata, il cui buon potenziale viene diluito in sei ore che lasciano invece l'impressione che un film in stile Knives Out sarebbe stato il formato giusto per un adattamento del romanzo.

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