The Path 3×07, “The Gardens at Giverny”: la recensione
La nostra recensione del settimo episodio della terza stagione di The Path
La tematica del contrasto tra le visioni del meyerismo e l’appartenenza di classe, tra la necessità del profitto per ampliare il movimento, ricorrendo a facoltosi finanziatori, e il pericolo di perdere di vista la missione di accoglienza e supporto per i più deboli, gli emarginati, i poveri, è sempre stato presente nella serie, evidenziato dal conflitto tra l'approccio di Cal, non solo più commerciale ma anche più individualista, impregnato della retorica del farcela da soli, e quello più comunitaria di Eddie. L’arrivo di Vera ha spostato un gradino più su il livello dello scontro e ne ha aumentato la complessità, alla quale però non corrisponde il necessario ampliamento di prospettive da cui trattare il tema: i nuovi fedeli sono figurine di sfondo così come i vecchi, e non bastano un paio di dialoghi sull’eventualità o meno di accettare “incontri privati” con chi può permetterselo per approfondire adeguatamente la faccenda.
Per capire chi sia Lilith Sarah ha già chiesto aiuto a Eddie, il quale, intuitivo come sempre, si rivolge ovviamente a Vera. La fiducia totale che l’uomo ripone nella PR è immotivata e ciò contribuisce a frenare la credibilità di una consequenzialità così meccanica degli eventi: non solo rivela a Vera che Sarah è in possesso dei diari di Lilith, ma si ripromette di darglieli, regalando a Vera tutto lo spazio di manovra necessario per mantenere ulteriormente il doppio gioco. Oltretutto Eddie si lascia influenzare sulla scelta del nuovo Guardiano della Luce che rimarrà in Europa, che a dispetto delle speranze di Cal e Mary ricade su Felicia: se viene più o meno esplicitato il motivo “oscuro” dietro questa scelta, ovvero che Lilith vuole vendicarsi di Felicia (Adriane Lenox), e secondo lei i Guardiani saranno per qualche motivo i primi a sperimentare la fantomatica “vendetta della Luce” di cui straparla da tutta la stagione, non è chiaro su quali aspetti Vera faccia leva per convincere Eddie, tanto più che la donna ha famiglia e nipoti in America, e che dunque, nonostante l’onore dell’investitura, non è particolarmente contenta dell’incarico.
Anche Sarah è vicina alla verità su Lilith, grazie all’incontro con un improbabile ipnotizzatore che le spiega che inducendola in una sorta di sogno controllato può farle raggiungere una maggiore profondità di comprensione attingendo all’inconscio, per “aiutare la mente a trovare ciò che la mente vuole”: insomma unire i puntini e cercare di cogliere ciò che ancora sfugge dalla lettura dei diari di Lilith. In sogno arriva a vedere una giovane Lilith in ospedale psichiatrico e riesce ad annotarsi un nome, John Kordiak.
Mentre tutti sono in Francia, Hawk e Caleb (Titus Makin) si incontrano per una vera e propria cena romantica a casa di Hawk, che approfitta dell'assenza della madre; a cena vengono menzionati la serena scoperta da parte di Hawk di essere attratto da tutti i generi, e l'amante di Caleb, un uomo closeted della comunità, che Hawk ha precedentemente incontrato. Il mattino dopo, Caleb ha invece modo di sperimentare la formidabile apertura mentale dei meyeristi, quando la nonna Gab, rientrata all'improvviso insieme a Summer, li sorprende e invece di fare scenate si offre di preparare pancake a entrambi.
Durante la festa serale in onore di Eddie, l’assenza momentanea di Vera, impegnata ad agitarsi dopo le rivelazioni di Felicia, impedisce di prevenire un momento di assoluto imbarazzo in cui il riccone Jean Paul mette su una sorta di show invitando Eddie a ripetere il miracolo del fuoco: una baracconata che fa infuriare Eddie e lo conduce a licenziare Vera. Incapace come sempre di vedere più in là del suo naso, Eddie non si rende conto che alienarsi l’appoggio e le simpatie di tutti è il modo perfetto per farli alleare contro di lui. Approfittando del rancore di Vera, con la sua solita mancanza di scrupoli Mary la attira in un tête-à-tête a base di lagne e champagne, coronato dall’arrivo di Cal che si unisce al party che sembra ratificare una concordanza di vedute tra i tre. Non basta un sottotesto di ambiguità erotica a rendere interessante questa ennesima prevedibile conseguenza, su cui pesa la piattezza irreparabile del personaggio di Mary, ma anche il difficile coinvolgimento nei confronti della storyline di Vera, esempio di come l’eccessiva mancanza di informazioni e di riferimenti possa essere respingente anziché alimentare la curiosità. Oltretutto, se Vera non aveva idea delle violenze a cui l'ha sottoposta la madre, come si spiegava le grosse cicatrici puntualmente mostrate (a Cal e a noi) da un vestito troppo rivelatore? Buchi narrativi a parte, lo scopriremo nei prossimi episodi.