The Path 3x03, "Locusts": la recensione
La nostra recensione del terzo episodio della terza stagione di The Path
Nel primo caso si tratta di un nuovo arrivo. La prima parte dell’episodio sembrerebbe infatti dedicata all’illustrazione del principio che l’apparenza inganna: il ragazzo con la svastica sul braccio, Logan, è in realtà un povero diavolo scappato di casa, e viene accolto e nutrito da Eddie. Scopriamo che ha una famiglia tutt’altro che amorevole e che è stato due volte in riformatorio: la svastica tatuata sarebbe una sorta di lasciapassare per rendere più semplice la vita in carcere, mentre i conigli morti degli episodi scorsi erano la sua cena.
Joy ha ragione ma è anche sempre più antipatica: il suo riferirsi costantemente al ruolo di Hawk come figlio-soldato del Gesù-Eddie sembra nascondere dell’invidia e della frustrazione mal riposta – visto che fino alla stagione scorsa era la più fervente sostenitrice del percorso meyerista – probabilmente alimentata dall'essersi accorta che là fuori esiste un mondo fatto di flirt, birre e bowling con gli amici. Peccato che una bevuta di troppo e la rinnovata sensazione di libertà rendano i giovani meyeristi un po’ troppo rumorosi e arroganti, e all’arrivo di Logan la situazione degenera, finché il neoarrivato finisce per picchiare l’unico che lo stava difendendo, Hawk. L’indomani è Eddie stesso a riportare Logan a casa sua, ma certamente non è detto che la faccenda sia già liquidata.
Quello che forse nemmeno Sarah si aspetta è che il ciclone imprevedibile Cal è in arrivo, dopo che ha deciso di abbandonare il soffocante impiego al servizio di Harold. L’uomo non la prende benissimo, in una scenata che mette in luce quanto il limite tra scatto d’ira e follia sia nel suo caso oltremodo labile. Alla fine Cal, Mary e il bebè riescono ad andarsene, non prima che Mary, che rimane il personaggio più opportunista tra tutti, abbia trafugato un paio di anelli-trofeo di Harold. Dunque Cal riparte alla volta di New York, con l’idea che l’unico modo per liberarsi dei suoi fantasmi sia andarsi a riprendere il movimento, che è “suo” e “gli è dovuto”, dopo tutto quello che ha dovuto passare. È la conferma di quanto Cal sia il personaggio più controverso, nervoso, impulsivo, umanamente imperfetto e per questo l’antagonista naturale dell’opposto Eddie. E per una volta potrà, probabilmente, contare sull’appoggio di Sarah. Le locuste sul finale sottolineano al solito in modo decisamente iperbolico che per Eddie i veri guai devono ancora arrivare.