The Path 3x02, "A Beast, No More": la recensione

La nostra recensione del secondo episodio della terza stagione di The Path

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“A Beast, No More”, la seconda puntata della terza stagione di The Path, indugia sui conflitti a cui deve far fronte Eddie, sia dal punto di vista del controllo e della protezione sulla comunità, sia dal punto di vista famigliare.

Buona parte dell’episodio è occupato dal dramma della giovane Monica, osteggiata dai genitori nella sua scelta di unirsi ai meyeristi: Eddie stesso, in un momento di umana indecisione, non sa che pesci pigliare, solidale coi genitori perché memore della propria stessa sofferenza durante l’allontanamento volontario di Hawk nei suoi confronti, ma al tempo stesso consapevole che l’esclusione della ragazza sulla base delle pretese genitoriali contrasterebbe con la sua idea inclusiva del movimento. Alla fine, mentre a Monica viene concesso di rimanere, le conseguenze ricadono sul privato dei Lane, o meglio sulla povera Summer, esclusa da alcune attività scolastiche dopo una campagna diffamatoria. Posto che ci sarebbe da chiedere che razza di politiche scolastiche vigono in una scuola che preferisce assecondare accuse generiche alle spese di una propria allieva, l’avvenimento sconta una scarsissima caratterizzazione dei personaggi secondari e in particolare degli altri membri del movimento, problema ricorrente solo a tratti risolto con personaggi come Ashley o Noah (che sono prontamente sparite nel nulla). Finora poco avvincente anche il rimescolamento di giovani di fedi diverse che avvicina Caleb alla cugina di Hawk, Joy.

La vicenda di Monica serve in realtà a scoprire meglio le carte di Vera, personaggio sempre più associato ai risvolti misteriosi ma indubbiamente inquietanti del movimento. Abbiamo modo innanzitutto di osservare il rapporto tra Vera e sua madre, una veterinaria dal più che didascalico nome di Lilith (Sarita Choudhury), che oltre a tenere in casa un serpente giallo uguale a quello delle visioni di Eddie, nel tempo libero guida un gruppo di meyeristi estremisti che si credono eletti e sembrano ricercare forme più violente ed estreme di manifestazione della Luce. In modo non molto sottile finora viene suggerito che Vera e Lilith sono due donne pronte a tutto per i propri obiettivi: lo scontro con i genitori di Monica arriva al punto di non ritorno quando Vera va a minacciarli impugnando problemi di green card e conoscenze istituzionali, dimostrando che ingenuamente Eddie non la conosce affatto.

In questo frangente, tra i protagonisti Eddie è un po’ il punto dolente, probabilmente perché appare unilateralmente buono e ci si limita a osservarlo mentre rimugina sulla Luce, in attesa dell’esplosione di conflitti ancora sotterranei. Il finale sembra lanciarsi verso sponde più politiche, quando Eddie si trova finalmente faccia a faccia – o meglio corpo a corpo – con l’intruso notturno del compound, che si rivela un nazista.

Sul fronte opposto, tra i dubbi di Sarah, il suo riavvicinamento a Cal e le sue tendenze masochiste risvegliate dalla Hypoxian Cleanse, c’è da scommettere che sarà proprio da lei che si svilupperà uno scontro interno al movimento. Mentre accetta controvoglia di fare recruiting giovani in un campus, sfruttando discutibili mosse di marketing ideate da Vera, Sarah fa la conoscenza di un professore (Raúl Esparza) esperto di Nuove Fedi Americane e accetta di farsi interrogare sul movimento meyerista, da lui sconosciuto. A fine puntata Sarah non si dimentica però di chiamare Cal per raccontargli la sua rabbiosa perplessità nei confronti dei metodi di Eddie e nel “meyerismo-to-go” di Vera.

In realtà Cal ha altro a cui pensare, poiché l’esperienza dello scorso episodio ha risvegliato ricordi molto traumatici che lo portano a subire sempre più spesso veri e propri attacchi di panico: non è chiaro fin dove si è spinto l’abuso di Stephen ma è chiaro che sono coinvolte pratiche violente. Rispetto ai sospetti di pedofilia ora la serie sembra andare nella direzione di qualcosa di più oscuro, forse per mantenere il legame con le deviazioni più ambigue dei rituali della fede meyerista. Mentre speriamo in un futuro di giovani meyeristi meglio scritti e meglio recitati, rimaniamo in attesa della manifestazione degli effetti più ambigui della fede, che promettono di complicare ancora una volta i complessi conflitti interiori di Sarah e Cal.

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