The Path 3x01, "The Beginning": la recensione
La nostra recensione del primo episodio della terza stagione di The Path
Nella prima sequenza uno degli uomini ricattati da Sarah (Michelle Monaghan) si presenta a casa sua, minaccioso e pistola in mano, e si spara in bocca davanti a lei. Neanche il tempo di digerire questa nota splatter che si torna ai toni da santone di Eddie (Aaron Paul) post-illuminazione. Nel bel mezzo dell’incontro per eleggere il nuovo leader ci pensa la natura – o il cielo, o la Luce – a fugare ogni dubbio: un terremoto scuote le fondamenta dell’edificio e Eddie, forte di un presentimento, fa uscire tutti noostante la fine della scossa. Quella che più che un’intuizione si rivela una premonizione divina si compie con un’esplosione che lo sorprende mentre sta conducendo l’ultima delle fedeli, paralizzata dalla paura e incinta, fuori dalla porta. In pochi secondi l’edificio è avvolto dalle fiamme, dalle quali emerge un Eddie senza un graffio, assieme alla donna: è la prova definitiva, che convince all’istante le persone che ha davanti che il leader designato è lui. Youtube fa il resto, e sei mesi dopo il movimento è molto più forte e può aprire il suo nuovo New York Meyerist Centre.
È alla sorella ritrovata Tessa che Sarah confida i suoi dubbi, in una scena che serve conteporaneamente a dirci che le donne hanno iniziato a conoscersi e vedersi regolarmente, che Sarah si è estromessa da qualunque incarico decisionale dal movimento, che nonostante l’ennesimo evento traumatico del suicidio dell’uomo è restia ad andare in terapia, che invece ha aiutato e sta aiutando molto la sorella, e che Cal (Hugh Dancy) è sparito dalla circolazione dopo l’esplosione. Subito dopo eccolo a Tampa, in Florida, a condurre dei workshop motivazionali a una manciata di partecipanti, dietro lo slogan “Climb your personal ladder”. Mary è la sua spalla, rivestita come una vamp, e apparentemente più convinta di lui che sia possibile rimettersi economicamente in piedi, pronta a concludere ogni ammissione di responsabilità del fallito di turno con l’invito “racconta a dieci persone cosa hai raggiunto con questo workshop e portarle qui”. Per sopravvivere inoltre, Cal è diventato una sorta di personal coach per un ricco ex-sportivo di nome Harold, un uomo tendente all’abuso di alcool incapace di prendere decisioni, che lo paga affinché sia a sua disposizione 24 ore su 24.
Approfittando della scoperta dei suoi workshop, che Eddie è determinato a denunciare per violazione del copyright, Sarah va in Florida per avvertire Cal delle minacce legali e chiedergli di più della HC. Inizialmente restio, una volta a Boston, al seguito di Harold, Cal decide di rivelare a Sarah la Hypoxian Cleanse, un metodo purificatore estremo a metà tra il bondage e la tortura. Sarah, ossessivamente perseguitata dal senso di colpa per tutte le sofferenze che ha provocato la scorsa stagione, accetta di sottoporvisi; mentre viene legata e semi-soffocata da Cal, le immagini indugiano sul senso di disturbante intimità che sembra crearsi tra i due, che richiama e rafforza il loro legame malato fondato su segreti indicibili e colpe comuni, a partire dalla morte di Silas, come la stessa Sarah ricorda a Cal. La pratica apre ai risvolti oscuri della visione di Stephen Meyer, e risveglia anche in Cal ricordi traumatici che anticipano che presto o tardi la questione della supposta pedofilia verrà affrontata. Ma i misteri non sono finiti: alcune sequenze fin troppo didascaliche ci avvertono che una donna meyerista segue con attenzione, dalla distanza, la leadership di Eddie, mentre Vera forse non è quello che sembra (e ha un toy-boy da ufficio): e, sorpresa, le due sono madre e figlia.
Nonostante il solito affastellamento eccessivo di eventi, questa premiere sembra promettere che The Path è finalmente pronto ad abbracciare la sua anima più fosca, quella a volte più in bilico verso il ridicolo, ma anche potenzialmente più interessante e divertente, un buio contraltare necessario alla luminosa santità di Eddie.
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