The Path 2x11, "Defiance": la recensione
La nostra recensione di Defiance, undicesimo episodio della seconda stagione di The Path
A partire dalla morte di Steve è stato evidente che questa seconda stagione avrebbe scavato più profondamente le sfumature di nero che circondano il movimento, in particolare i comportamenti dei suoi leader e di molti adepti: a dispetto di ciò che predicano i meyeristi sono tutt’altro che irreprensibili, e complottano, nascondono, mentono a se stessi e agli altri, come e più di tutti.
Chi cerca di mostrarsi sempre più responsabile e adulto è Hawk, che si è autorecluso in meditazione per riflettere sulla sua trasgressione (l’aver saltato il rito della restitution); constatando che il periodo di meditazione non ha comunque chiarito del tutto il suo caos interiore, si riavvicina a Noa, e le confida tra le altre cose che suo padre vuole vederlo. La ragazza si lascia sfuggire l’improvvisata che Eddie ha fatto al centro a New York, a cui lei ha assistito. Questo meccanismo di detto e non detto si esplicita nella poca chiarezza in cui è lasciata l’aggressione a Eddie: sembra evidente che sia stato Cal, avvertito da Noa (in buona fede ma con poca intelligenza) riguardo all’intenzione di Hawk di vedere suo padre. Ma chi ha inviato il messaggio dal telefono di Hawk se lui stesso sembra sorpreso delle accuse di suo padre quando finalmene lo incontra? Cal è comunque riuscito a manipolare abbastanza Hawk da farlo stare dalla sua parte, e Eddie si ritrova a farsi fare la paternale dal suo stesso figlio, in un misto di maturità e mezze verità filtrate dalla narrazione di Cal.
Parallelamente, in uno dei pochi momenti di lucidità, Eddie chiede a Hank di portargli i fascicoli dei denier, i rinnegati, che ha ancora intenzione di riunire per cambiare le regole interne al Movimento, e dopo un primo momento di riluttanza, Hank sembra acconsentire.
Come se non bastasse, in mezzo a tutti questi avvenimenti si situa il piano di fuga di Sean e Mary, con l’aiuto della madre di lui e la consulente da lei ingaggiata. Mary è come sempre indecisa e particlarmente incline a farsi influenzare da chi è sul momento più convincente. Spiffera tutto a Sarah durante i suoi colloqui per la gravidanza, e cerca di convincerla che il mondo degli IS è pieno delle insidie da cui è scappata. In un impeto di onestà per una volta Marydice la cosa giusta: tutti parlano di trasparenza e nessuno la mette in pratica. Sarah confida a Cal le sue preoccupazioni nei confronti di Mary, che probabilmente è sfruttata da qualcuno. Cal non poteva chiedere di meglio, e nottetempo va a casa di Sean e Mary a dare implicitamente la sua benedizione alla loro fuga, che gli risolverebbe l’ingombrante problema della gravidanza e dell’attaccamento morboso e reciproco tra lui e la ragazza. Naturalmente, all’ultimo secondo Mary cambia idea e scappa nel bosco, lasciandoci in sospeso sulle sue sorti.
Non è invece troppo chiaro dove si voglia andare a parare con l’infinita questione dell’analisi dell’acqua, portata avanti nonostante il veto da una zelante tecnica di laboratorio (ma con quali fondi?). Confermata la presenza di sostanze tossiche, Abe scopre anche che il fratello del capo dello staff del capo Penetti è nel consiglio di amministrazione della società di DeKaan, che è anche uno dei più grossi finanziatori di una sua campagna politica non meglio specificata: dal momento che gli episodi mancanti sono troppo pochi per approfondire, la svolta potrebbe essere un modo non molto originale per far cadere tutto nel vuoto o l’inizio di una sottotrama più complessa da portare avanti addirittura nella prossima stagione In ogni caso, dopo aver capito di essere una pedina troppo piccola in un gioco sporco molto più grande, Abe si fa sorprendere a casa di Eddie, e decide di rivelargli la sua vera identità: da qui ripartirà probabilmente un’alleanza per smascherare le azioni non proprio legali dei leader meyeristi. Sempre più trame accavallate in vista di un finale che promette di continuare a ribaltare buoni e cattivi, veri e falsi fedeli, onesti e bugiardi.