The Path 1x09, "A Room Of One’s Own": la recensione

La nostra recensione del nono episodio di The Path, con Aaron Paul, Michelle Monaghan e Hugh Dancy

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In The Path ogni personaggio serve a portare avanti uno o più aspetti della conformazione sociale, etica, gerarchica del movimento. I casi più didascalici funzionano peggio: nelle intenzioni il personaggio di Mary sarebbe l’espediente per approfondire le dinamiche di manipolazione di Cal e in generale esplicitare le modalità di reclutamento di soggetti deboli, “spezzati” come dice Abe. Le parole di Cal dopo l’“incidente” che vede protagoniste Mary e l’amante spingono ora addirittura verso il matrimonio come sfida per appianare i contrasti e puntellare la relazione. Come già notato più volte, la storyline di Mary appare sempre troppo legata a meccanismi di azione-reazione fini a se stessi, che dicono poco di nuovo sul movimento e pochissimo del personaggio.

Funziona sempre meglio invece sul versante più emozionale, in particolare quando le incertezze e le perplessità nei confronti dei risvolti pratici della vita nel movimento sono in primo piano: è naturalmente il caso di Sarah, Eddie, Hawk. Certo, per apprezzare la serie è bene tenere a mente che The Path si fonda sulla costruzione lenta delle tensioni: solo nelle ultime puntate infatti sono accaduti eventi in grado di definire una volta per tutte i contorni dell’oscurità all’interno del movimento.

Anche se per ora non ci sono conseguenze dirette per il colpevole, l’oltrepassamento di limite di cui si è macchiato Cal sembra aver portato allo scontro di conflitti e confronti che covavano da tempo. Tuttavia dopo la crisi degli scorsi episodi, l’assassino sembra aver ritrovato tutta la determinazione necessaria a far fare al movimento il salto tanto agognato: non solo annuncia che Steve ha completato i gradini finali della Scala, ma si riappacifica con Ridge per ragionare di espansione, investimenti, conti off-shore come un vero businessman senza scrupoli.

Convincente come sempre l’alchimia tra Sarah e Eddie così come la distanza sempre maggiore percepibile dopo ogni discussione

Tutto cià senza che nessuno, tanto meno Sarah, si renda ancora conto della sua reale personalità. Sull’altro fronte, tornato dal cammino Eddie è costretto a confessare i suoi dubbi a Sarah, che ha ormai scoperto di Alison. La verità più banale e sacrosanta sembra proprio quella di Eddie, ovvero che l’onestà e la solidarietà non hanno necessariamente a che fare con la fede né sono appannaggio esclusivo di illuminati autoproclamatisi. D’altra parte Sarah crede sinceramente nel movimento, e diventa per lei difficile se non impossibile accettare la mancanza di certezza proprio all’interno della sua famiglia-modello. Funzionale e apprezzabile l’idea di contrapporre gli approcci al dubbio di Eddie e Hawk, entrambi alle prese con la messa in discussione di un universo impacchettato che gli è stato più o meno imposto: reazioni ovviamente differenti per età, vissuto, esperienze. Eddie rivendica infatti il diritto di trovare la propria Verità, che individua nella casa e nella famiglia, e a considerare dunque l’adempimento degli obblighi meyeristi un compromesso che è ben disposto ad accettare, ma che non dovrebbe comportare un obbligo di fede, e che dovrebbe anzi lasciare spazio al dubbio. Hawk dal canto suo è impossibilitato a separare l’amore – sia per Ashley che per la famiglia – dalla fede, avendo finora vissuto esclusivamente all’interno dei rigidi confini fisici e morali imposti dal movimento.

Convincente come sempre l’alchimia tra Sarah e Eddie così come la distanza sempre maggiore percepibile dopo ogni discussione. L’avvicendarsi di vicinanza e distanza tra loro è stata una costante del racconto della loro relazione, sempre coadiuvata da un’espressività efficace e molto fisica. La conferma che stavolta il punto di vista di Eddie si è davvero stabilizzato sull’accettazione del dubbio, della compresenza di più verità, arriva con la telefonata ad Abe, a cui rivolge parole sagge e universali, l’opposto di ciò che lo stesso agente si aspetterebbe da un adepto della Luce. Ottima anche la scelta di far scatenare la rabbia di Eddie non tanto dal palesamento di un legame che lui stesso sa esserci sempre stato, quanto dalla loro alleanza contro il figlio Hawk e il suo diritto di scegliere in autonomia.

E tra le fila nascoste venute allo scoperto c’è anche il misterioso diario che Sarah porta ad Alison, e che ci lascia con alcuni dubbi: se rivela qualcosa di così terribile da spingere Sarah ad accarezzare l’idea del suicidio, come ha potuto Sarah restare così impassibile leggendolo? E la scena finale, con Alison che torna al compound, significherà una resa o lo scatenarsi di una strategia di vendetta dall’interno?

L’ultima puntata scioglierà speriamo questi ultimi nodi, anche se il tempo sembra davvero poco per dare spazio allo scioglimento di tutti i dettagli; senza considerare che difficilmente saranno riprese alcune storyline alle quali saremmo tornati con piacere, come quella della madre di Cal, Kathleen Turner, rimasta decisamente troppo poco tempo on screen.

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