The Path 1x01, "What The Fire Throws": la recensione

La nostra recensione del pilot di The Path, la serie con Aaron Paul, Michelle Monaghan e Hugh Dancy

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“What The Fire Throws” è il primo episodio di The Path, l’ultima uscita di casa Hulu, prodotta da Jason Katims (responsabile di alcuni tra i più riusciti drama degli anni Duemila, tra cui Friday Night Lights, Parenthood) e scritto da Jessica Goldberg (già sceneggiatrice proprio di alcuni episodi di Parenthood).
La serie ruota attorno a un culto chiamato Meyerism, dal nome del suo ideatore e leader, Steven Meyer, e che si fonda su un percorso di sviluppo spirituale che prevede l’ascesa di una Scala (the Ladder) verso la rivelazione della Verità e l’approdo sottoforma di Luce in un misterioso Giardino ultraterreno. Abbastanza evidenti i richiami alle ambiguità di Scientology: gli adepti del culto conducono una vita interamente consacrata ad esso, si sposano tra loro ed educano i figli allo stesso credo. Come viene esplicitamente mostrato nel primo episodio, alcuni, come Sarah (Michelle Monaghan), sono nati già nella tradizione del Meyerism, altri sono stati accolti nella comunità da molto piccoli, come Cal (Hugh Dancy), altri ancora hanno scelto di unirvisi da adulti, in cerca di conforto e di una direzione da seguire.

La scelta narrativa della serie è introdurre in modo chiaro tutti i dettagli del setting e delle relazioni tra i personaggi: scopriamo che Sarah ed Eddie (Aaron Paul) si sono conosciuti e innamorati all’interno della comunità, dove Eddie è approdato in seguito a una vita giovanile dissoluta e a un evento traumatico che l’ha condotto alla ricerca diun senso nella propria esistenza; che Cal e Sarah hanno vissuto una reciproca passione adolescenziale e che Cal è presumibilmente ancora innamorato di lei. Cal è anche il leader, o meglio la guida durante l’assenza del Guardiano della luce Meyer, all’interno del complesso meyerista a nord dello stato di New York dove anche Sarah, Eddie i loro due figli e la loro famiglia vivono e lavorano. Il figlio quindicenne della coppia è ansioso di cominciare il percorso spirituale previsto dal culto, ed è anche l’unico tramite che ci permette di gettare un occhio sulla quotidianità degli adepti al di fuori dell’ambiente protetto della comunità, in particolare nel rapporto con i coetanei a scuola (prospettiva che speriamo sarà approfondita nel seguito della serie).

Questa prima puntata apre due plot paralleli. Il primo è connesso allo scenario con cui si apre la puntata: i mayeristi salvano un gruppo di persone sopravvissuto all’uragano abbattutosi in New Hampshire, apparentemente abbandonate a se stesse. Tra queste una ragazza tanto bella quanto traumatizzata e instabile, vittima di abusi da parte del padre, la quale vede in Cal una figura affascinante e salvifica.

Il secondo, il punto centrale, è il dubbio che sorge in Eddie, tornato da un ritiro spirituale in Perù, dove ha avuto una rivelazione inaspettata che ha messo radicalmente in discussione il suo credo. Non può mettere a parte Sarah dei suoi dubbi, ed è evidente che il dubbio e la trasgressione dalle regole di vita della comunità sono tutt’altro che ben viste.

Come si vede, la carne al fuoco è molta; i punti a favore sono indubbiamente le interpretazioni intense degli attori, su tutti la bravissima Michelle Monaghan (già perfetta nella prima stagione di True Detective); anche Aaron Paul se la cava bene nella rappresentazione del dubbio che inizia a insinuarsi nella sua vita perfetta, ma d’altra parte si era già dimostrato ottimo nell’interpretazione della deriva esistenziale e del tormento nei suoi sei anni di Breaking Bad; più difficile forse vederlo come padre di famiglia di un ragazzo già quindicenne. L’episodio fa il suo lavoro di presentazione dei temi e dei contrasti, ma finora sembra mancare quel guizzo che eleva una buona serie drammatica al rango delle imperdibili; e considerato l’argomento potenzialmente ricco di ambiguità e spunti di riflessione, finora il conflitto appare fin troppo lineare, e le domande sollevate molto prevedibili. La struttura dell’episodio vorrebbe svelare a poco a poco il mistero che tormenta Eddie (chi incontra davvero Eddie al motel? Cosa ha visto di così sconvolgente durante il trip in Perù?), ma alcune parti appaiono fin troppo ridondanti – come il ritorno sulla stessa scena della telefonata notturna una seconda volta, senza che essa aggiunga niente di nuovo – e quando arriverebbe il momento di stupirsi si resta un po’ con la sensazione di già pensato e già visto.

Ovviamente molto dipende da come verrà sviluppata la rivelazione di Eddie, quali effetti reali avrà sulla moglie e la famiglia, per quanto tempo sarà l’unico a rendersi conto che i sermoni platonici di Cal e le reazioni rapite dei seguaci sembrano più che altro un lavaggio del cervello collettivo. Ci si trova in modo fin troppo facile dalla parte di Eddie, e proprio per questo appare un contrappunto interessante il personaggio di Cal (cui Hugh Dancy di Hannibal dà la giusta dose di magnetismo e tensione), che diverse scene indicano definitivamente come problematico e ambiguo nella sua tensione verso un’aggressività anche fisica, oltre che psicologica.

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