The Out-Laws - Suoceri fuorilegge, la recensione
Innocua commedia che propone dinamiche e modelli convenzionali, The Out-Laws - Suoceri fuorilegge non è salvata nemmeno dai suoi attori
La recensione di The Out-Laws - Suoceri fuorilegge, disponibile su Netflix dal 7 luglio
Una giovane coppia è in procinto di sposarsi: lui, Owen, è un proprietario di una banca, imbranato e goffo; lei, Parker, è un'insegnante di yoga con due genitori spesso assenti che a sorpresa decidono di partecipare alle nozze, alloggiando nella casa dei primi. Pochi giorni prima della cerimonia, la banca del protagonista viene svaligiata e i principali sospettati diventano proprio i suoi suoceri.
Non va meglio neanche nella seconda parte, quando le vicende prendono una piega crime e si susseguono inseguimenti ed esplosioni: un tour del force che porta alla più prevedibile delle conclusioni. Le dinamiche e il modelli che propone il film sono infatti i più noti e consolidati, che oggi, abituati quanto meno a una piccola variazione sul tema, risultano ben poco efficaci. La parodia del genere (altro tratto non certo originale) è insapore ed è del tutto sprecata Poorna Jagannathan (madre della protagonista della serie Non ho mai...) nei panni di una boss ricca e spietata. E non è l'unico caso.
Alla luce della coppia sbiadita degli attori protagonisti (Adam Devine e Nina Dobrev, totalmente anonimi) a risaltare è allora quella dei genitori (Brosnan e Ellen Barkin). Chiaro come il film sia soprattutto un'occasione per loro di divertirsi come mattatori, ma è tutto inutile senza l'apporto della sceneggiatura, che gli conferisce personaggi senza spessore. Stessa sorte per Michael Rooker, ingabbiato nell'ennesima versione ironica dell'agente di polizia troppo dedito al suo lavoro.