The Out-Laws - Suoceri fuorilegge, la recensione

Innocua commedia che propone dinamiche e modelli convenzionali, The Out-Laws - Suoceri fuorilegge non è salvata nemmeno dai suoi attori

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La recensione di The Out-Laws - Suoceri fuorilegge, disponibile su Netflix dal 7 luglio

A fine visione, quello che più si ricorda di The Out-Laws - Suoceri fuorilegge è un'evitabile battuta riguardante Pierce Brosnan. "Il quinto James Bond è il migliore" dice a un certo punto il suo personaggio, citando non a caso quello interpretato dall'attore a cavallo degli anni 2000. Qualcosa che in una commedia riuscita sarebbe solo un elemento di contorno diventa qui uno portante, presente fin dal trailer. Non certo un buon segno.

Una giovane coppia è in procinto di sposarsi: lui, Owen, è un proprietario di una banca, imbranato e goffo; lei, Parker, è un'insegnante di yoga con due genitori spesso assenti che a sorpresa decidono di partecipare alle nozze, alloggiando nella casa dei primi. Pochi giorni prima della cerimonia, la banca del protagonista viene svaligiata e i principali sospettati diventano proprio i suoi suoceri.

A partire da queste premesse, The Out-Laws si rivela presto un'innocua commedia che raramente lascia il segno. Innestando la più classica delle basi narrative del filone (l'opposizione dei genitori della figlia al suo matrimonio, per la diffidenza verso il genero), la trama del film si muove soprattutto sul contrasto tra l'intraprendenza dei primi e la passività del secondo, da cui nascono equivoci e incomprensioni. Quando poi la fidanzata sarà in pericolo, quest'ultimo mostrerà doti inaspettate e si unirà ai suoceri per salvarla. Senza spunti degni di nota, le situazioni tendono a farsi ripetitive e le risate languono.

Non va meglio neanche nella seconda parte, quando le vicende prendono una piega crime e si susseguono inseguimenti ed esplosioni: un tour del force che porta alla più prevedibile delle conclusioni. Le dinamiche e il modelli che propone il film sono infatti i più noti e consolidati, che oggi, abituati quanto meno a una piccola variazione sul tema, risultano ben poco efficaci. La parodia del genere (altro tratto non certo originale) è insapore ed è del tutto sprecata Poorna Jagannathan (madre della protagonista della serie Non ho mai...) nei panni di una boss ricca e spietata. E non è l'unico caso.

Alla luce della coppia sbiadita degli attori protagonisti (Adam Devine e Nina Dobrev, totalmente anonimi) a risaltare è allora quella dei genitori (Brosnan e Ellen Barkin). Chiaro come il film sia soprattutto un'occasione per loro di divertirsi come mattatori, ma è tutto inutile senza l'apporto della sceneggiatura, che gli conferisce personaggi senza spessore. Stessa sorte per Michael Rooker, ingabbiato nell'ennesima versione ironica dell'agente di polizia troppo dedito al suo lavoro.

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