The One, la recensione

The One è anche un'opera anticipatrice di future tendenze dei fumetti supereroistici

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Nella seconda metà degli anni '80 del XX Secolo comincia nel mercato americano una fase di – in mancanza di termini migliori – revisionismo supereroistico, tramite cui questo medium si libera dalle ultime ingenuità della Silver e Bronze Age per proiettarsi verso nuovi scenari, più maturi e al passo coi tempi, sempre comunque nel contesto del racconto incentrato sulle “tutine”.

L'opera principale che dà vita a questo processo è, come noto, Watchmen di Alan Moore e Dave Gibbons, ma vi sono almeno un paio di antesignani. Il primo è Squadron Supreme di Mark Gruenwald. Il secondo – meno noto fino a qualche tempo fa, almeno qui in Italia – è la serie di opere nota come The King Hell Heroica ideata da Rick Veitch. La prima di esse si intitola The One, una miniserie di sei numeri pubblicata in origine tra il 1985 e il 1986 nella linea Epic Comics della Marvel.

Tale storia, poi revisionata da Veitch in alcune successive ristampe, viene ora pubblicata dalla Editoriale Cosmo nella collana Cosmo Comics. La casa editrice ha inoltre già annunciato che pubblicherà anche le successive miniserie inserite in questo progetto (una delle quali del tutto inedita per il mercato italiano).

L'opera è anche figlia di quelle che erano le tensioni politiche dell'epoca tra Stati Uniti e Russia (quando ancora si chiamava URSS), seppur già al termine della sua pubblicazione fosse iniziato nei paesi sovietici il processo di ricostruzione noto come Perestrojka.

Nel mondo di The One, invece, queste tensioni non si sono mai sopite e, con una minaccia nucleare sempre più tangibile e perfidi imprenditori pronti a capitalizzare sulle paure e la povertà dei cittadini, emergono sulla scena due nuovi, sconosciuti giocatori. L'Uno: incarnazione delle potenzialità del genere umano che può proiettare l'umanità stessa verso una nuova fase di evoluzione. L'Altro: coacervo delle peggiori caratteristiche del genere umano e delle sue debolezze, che può trascinare l'intera umanità in un nuovo inferno.

Mentre i super umani di Stati Uniti e Russia si affrontano senza esclusione di colpi, queste due entità si inseriscono in questo scenario apocalittico per cercare di far prevalere la loro visione.

The One è in parte un'opera figlia del suo tempo, poiché appunto riflette – secondo l'ottica dell'autore – quelle che erano le paure e le sensazioni antecedenti la fine della Guerra Fredda tra le due superpotenze e dipinge uno scenario economico e sociale oggi cambiato in maniera drastica (in meglio o in peggio, non spetta a questa recensione stabilirlo).

"The One è anche un'opera anticipatrice di future tendenze dei fumetti supereroistici"D'altro canto, tuttavia, The One è anche un'opera anticipatrice di future tendenze dei fumetti supereroistici. Forse davvero per la prima volta, ancor più che in Squadron Supreme, i super eroi qui ritratti – oltre a non porsi problemi Veitch nel descrivere scene di sesso, quando prima al massimo ci si limitava a casti baci – sono descritti unicamente per quelle che sono le loro bassezze. Violenti, incestuosi, incuranti degli esseri umani e della loro sicurezza in quanto vedono sée stessi come degli dei scesi in terra. Dèi malvagi.

Oggi la cosa può anche apparirci scontata, ma per l'epoca era davvero qualcosa di innovativo, fuori dagli schemi. Doveroso inoltre aggiungere che Veitch non ricorre a colpi di scena improponibili o situazioni assurde: tutto ciò che viene raccontato, per quanto estremo in alcuni punti, è frutto di una trama ben congegnata e definita anche nei piccoli dettagli. Elemento che rende The One un'opera ancora più dirompente.

Non è stata forse “l'ultima parola sui super eroi”, ma di certo è stata una parola significativa, che ha segnato l'inizio di una nuova epoca. Delle tutine insanguinate.

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