The Old Oak, la recensione
La nostra recensione di The Old Oak, film diretto da Ken Loach presentato in concorso a Cannes 76. Con Dave Turner, Ebla Mari
La recensione di The Old Oak, film di Ken Loach presentato in concorso a Cannes 76
In questo suo cinema della coesione sociale, The Old Oak per forma e intenti è coerente, ma la forza ideologica e politica di Loach si lascia andare ad una retorica assertiva, che si limita a mostrare “quanto le cose vadano male” senza riuscire a muovere in chi guarda alcuna riflessione politica e/o soddisfazione narrativa.
Questo è il contesto, ma in realtà il film mette abbastanza da parte il realismo sociale e la storia (che pure si intuisce qua e là: è quella di Durham, delle proteste dei minatori degli anni Ottanta) e si vota inutilmente a raccontare l’amicizia che nasce tra TJ e Yara (Ebla Mari), ad elogiare il modo in cui Yara evochi le tragedie della Siria e voglia condividere con i paesani sia il dolore (cosa ha visto nei campi di prigionia) che la gioia (organizzando pasti comunitari, eventi di scambio). The Old Oak è la frontiera simbolica dell’appartenenza ed è rivendicata da un gruppo di paesani razzisti: questi sono la controparte del film ma ciò che faranno lo capiamo da subito, nessuna sorpresa.
Il conflitto potenziale di The Old Oak è quindi molto più interessante di quello che effettivamente viene messo in scena da Loach. I cattivi paesani che letteralmente dicono “non sono razzista ma…” sono evidentemente personaggi che odiamo dall’inizio: e qui il problema narrativo di The Old Oak diventa politico, ideologico. Loach si accontenta dello stereotipo, non mette mai in discussione ciò che disprezza o che ammira, si limita a sottolineare all’infinito quanto i razzisti siano cattivi e quanto “i tolleranti” siano buoni. Un modo evidentemente stanco, retorico e autoriferito di fare cinema, che parla soltanto a chi è già d’accordo prima dell’inizio del film. L’effetto magone cerca di coprire tutto, ma il finale mette a nudo quanto il discorso del film sia sospeso e irrisolto.
Siete d’accordo con la nostra recensione di The Old Oak? Scrivetelo nei commenti!
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