The Normal Heart: la recensione
Il commento a The Normal Heart: l'atteso film tv diretto per la HBO da Ryan Murphy, con un cast stellare
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Non è la prima volta che la HBO affronta sotto forma di film televisivo l'importante tema del virus HIV e dell'AIDS. And the Band Played On probabilmente non sarà noto ai più, ma già nel 1993 raccoglieva un cast di tutto rispetto (Ian McKellen, Richard Gere, Angelica Huston) per raccontare l'indifferenza – o malcelato timore – degli States nei confronti della malattia. Ma il capolavoro sarebbe giunto esattamente dieci anni più tardi, con quell'Angels in America di Mike Nichols che riprendeva il lavoro teatrale di Tony Kushner e costruiva, a metà fra sogno e realtà, tra angeli e profeti, l'odissea urbana di alcuni personaggi affetti da AIDS (spiccavano nel cast Al Pacino, Meryl Streep, Emma Thompson). E sempre da un'opera teatrale, l'omonimo lavoro di Tommy Kramer del 1985, è tratto infine The Normal Heart, per la regia di Ryan Murphy.
La vicenda narrata da Ryan Murphy (American Horror Story, Glee) tradisce la sua dimensione televisiva, ma prima di tutto teatrale, dipanandosi in cupi e grigi interni, accumulando confronti su confronti, dialoghi su dialoghi, spesso ripetendo concetti e situazioni fino allo sfinimento, ma senza concedere un attimo di tregua e senza perdere per un istante l'obiettivo centrale. Se lo scopo è quello di "vendere" – termine brutto, ma passatemelo – un concetto, la scrittura, curata dallo stesso Kramer, riesce bene nel suo scopo. Una scena esasperata dopo l'altra, un momento crudo dopo l'altro, la rabbia di Ned, praticamente la sua caratteristica principale, diventerà anche la nostra, e arriveremo ai titoli di coda con il desiderio di conoscere qualcosa di più su questo tema, ormai non certo tabù, ma forse al contrario troppo inglobato, troppo dato per scontato. La scrittura lavora a vari livelli sulle emozioni provocate, non giocando solo sulla banale empatia, ma aggiungendo come corollario la rabbia che dicevamo, il disgusto – la camera non edulcora, non si nasconde, non ci risparmia dettagli crudi – e la vergogna (nell'era reaganiana, parlare dell'AIDS significa parlare della comunità gay).
Ma probabilmente è ingiusto considerare The Normal Heart sotto questo punto di vista, e infatti come abbiamo detto ciò che risalta è altro. Il film vuole essere una nuova testimonianza su un tema di capitale importanza, un mezzo per veicolare nuova attenzione e curiosità verso di esso, e da questo punto di vista si può dire senza dubbio riuscito.