The Night Of 1x07, "Ordinary Death": la recensione

Ecco la nostra recensione del settimo e penultimo episodio della prima stagione di The Night Of, in cui Naz completa la propria discesa all'inferno

Condividi
Giunti a una settimana dal finale di stagione, The Night Of ci regala quello che, fatta eccezione per il pilota, è il suo episodio più cupo e nichilista. Al termine di Ordinary Death, infatti, due agghiaccianti consapevolezze si fanno strada nella mente dello spettatore con la silenziosa ma inesorabile baldanza di una serpe: la prima, più immediata, è che con l'omicidio di Victor da parte di Freddy, la parabola discendente di Naz verso l'abisso infernale della propria coscienza ormai compromessa sia giunta alle battute finali.

Si tratta, è vero, dell'esecuzione di uno stupratore che ha condotto Petey al suicidio, e la morte del detenuto sopraggiunge per mano di Freddy; tuttavia, il concorso di colpa - ironicamente mediato dall'inalatore per l'asma, che in tribunale finisce per divenire sinonimo d'innocenza - getta un'ombra nera e definitiva sulla metamorfosi, ormai completa, di Nasir nell'antitesi del ragazzo perbene presentatoci nel primo episodio (onore al merito di Riz Ahmed, che ancora una volta sbalordisce, dimostrando una statura attoriale fuori dal comune).

La seconda consapevolezza, forse ancor più raggelante della precedente, è che - qualunque sia l'esito del processo di Naz - la vita del ragazzo sia ormai irrimediabilmente compromessa, proprio come quella dei suoi genitori. Se The Night Of ha saputo tratteggiare con sapienza ogni singolo personaggio di contorno, con i coniugi Khan ha toccato i vertici narrativi di una tragedia silenziosa e trattenuta, ma non per questo meno lancinante.

A questo punto del racconto, risulta quindi non poco sconcertante l'irrilevanza assunta dalla colpevolezza o innocenza di Naz, irrilevanza che non si ripercuote unicamente sulla vita dei suoi cari, ma echeggia nella mente dello spettatore, conscio dell'ineluttabile vortice di perdizione in cui il ragazzo è precipitato. Al di là del dramma giudiziario, rappresentato in questo episodio con vividi tocchi, in particolare nel faccia a faccia tra Helen Weiss e il sardonico dottor Katz (Chip Zien), The Night Of è il ritratto anomalo del lato oscuro che alberga in ciascuno di noi, e illumina con spietata onestà le pieghe più nascoste dell'animo umano.

Dopo settimane di relativa eclissi, torna al centro della scena il detective Box, togliendo attenzione persino al magnetico, caotico fascino di Jack Stone. Una sottile malinconia vela il personaggio di quest'uomo dedito al proprio mestiere con maturata sapienza, che si accinge a congedarsene con un'uscita di scena venata di inquietudine e di dubbio: il bruciore della piccola umiliazione subita in tribunale a opera di Chandra trova naturale amplificazione nella scena del party a sorpresa, in cui Box cela malamente la propria rassegnazione a una vita che, svuotata della linfa vitale del lavoro, rischia di afflosciarsi come un palloncino sgonfio, lasciando l'uomo privo di scopo. Grande narrazione, grandissimo ritratto umano.

Unico neo di un episodio altrimenti radioso nella sua cupezza, il bacio tra Naz e Chandra; bacio che ci auguriamo essere solo un piccolo passo falso senza seguito o, in caso, che speriamo trovi compiuta motivazione nella prossima - nonché ultima - puntata. Ma non basta certo una singola scena a compromettere la qualità sopraffina di Ordinary Death, che prepara il terreno a un epilogo che promette di lasciare il palato del pubblico impregnato di un gusto amaro, persistente e desolato.

Continua a leggere su BadTaste