The Night Of 1x06, "Samson and Delilah": la recensione

Ecco la nostra recensione della sesta puntata della prima stagione di The Night Of, in cui si arriva alle prime fasi del processo a Nasir Kahn

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Settimana dopo settimana, The Night Of sembra voler contravvenire alle aspettative classiche legate al suo genere d'appartenenza. Se, infatti, la puntata precedente si concludeva con un cliffhanger di tutto rispetto, che lasciava il dubbio sulla sorte di Jack Stone all'inseguimento del poco raccomandabile - e potenziale colpevole? - Duane Reade, l'episodio di questa settimana (intitolato Samson and Delilah) sembra precipitare verso l'identificazione di un nuovo, possibile indiziato. E chiarire, oltre ogni dubbio, il reale intento di Stone: l'individuazione di un nuovo sospettato che instilli, nella giuria, il ragionevole dubbio sulla colpevolezza di Nasir Kahn.

A proposito di giuria: a essere fiscali, si potrebbe condannare la mancata indagine sul processo di selezione dei membri della giuria, efficacemente introdotto dal dialogo tra Stone e Chandra Kapoor. Non è la prima volta che The Night Of ci offre dei falsi indizi sulle successive tappe che il racconto potrebbe percorrere, e ciò rappresenta a oggi il suo limite come la sua forza, garantendo un tasso d'imprevedibilità narrativa che poche serie possono vantare, ma aggiungendo carne a un fuoco già fin troppo ricco e, per certi versi, incapace di concentrarsi sulla sovrabbondanza di elementi in campo.

Ciò che rende però, ancora una volta, The Night Of un prodotto in grado di avvincere è la sottile nebbia pessimista che avvolge ogni scena, il senso che, comunque finisca il processo contro Naz, la sua vita e quella dei suoi cari sia ormai irrimediabilmente rovinata. A poco vale, in questa prospettiva, la (provvisoria?) guarigione di Stone dal proprio eczema, essendo ormai chiaro, come detto, il suo fine ultimo, scollegato dalla ricerca della verità tante volte santificata dal cinema hollywoodiano. E non è diversa Helen Weiss, arcigno avvocato dell'accusa, che abbiamo già visto piegare a proprio favore le prove, con gesto tanto disinvolto quanto inesorabile.

A conti fatti, giunti a due episodi dalla fine della stagione, The Night Of sta svelando il proprio vero volto: un volto che lo contraddistingue da tutti gli altri prodotti al momento offerti dal mercato televisivo, tratteggiato sul sottile confine che separa i generi, e che sembra voler capovolgere le canoniche gerarchie di significato e significante. L'indagine sulla morte di Andrea Cornish, così come la reclusione di Naz, diventano sempre più tasselli di un mosaico psicologico, perdendo via via la propria connotazione evenemenziale. Chiunque sia il reale omicida (sempre che ci venga concesso di scoprirlo), il focus della serie è ormai altrove, ed il suo pubblico dovrà adeguarsi a una formula narrativa forse opinabile, ma indubbiamente unica.

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