The Night Of 1x03, "A Dark Crate": la recensione

Ecco la nostra recensione del terzo episodio della prima stagione di The Night Of, intitolato A Dark Crate, in cui Naz fa le prime traumatiche esperienze nell'ambiente carcerario

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Se, nei primi due episodi, The Night Of si era concentrata maggiormente sul dramma del giovane Nasir detto Naz, mettendo in luce il traumatico impatto tra un ragazzo perbene e il microcosmo rude e sbrigativo della centrale di polizia, con A Dark Crate la serie targata HBO amplia in modo significativo l'orizzonte dinnanzi allo sguardo dello spettatore, offrendogli una panoramica desolante delle ripercussioni che il dramma di Naz ha su altre vite, più o meno collegate alla sua. Come la psoriasi dell'avvocato Stone non accenna a migliorare, così le tenebre si stringono attorno al giovane protagonista, ormai arrivato in quella che sarà la sua casa per i mesi a venire - se non per tutta la vita: Rikers Island.

Nel suo nuovo habitat, il ragazzo non può certo contare su molti alleati: con un'efficacia registica già manifestata ampiamente nei primi due episodi, il clima di imminente sciagura che grava su Naz diventa quasi insopportabile, toccando più volte vertici di tensione che fanno temere un imminente pestaggio o stupro del giovane. Spiccano, in tal senso, la scena in doccia, pervasa da un senso di sospensione angosciante, e quella in cui il ragazzo si trova faccia a faccia con Freddy (Michael K. Williams, già visto in The Wire e Boardwalk Empire), new entry di questa settimana ed ennesimo personaggio che si muove in una zona grigia tra il bene e il male.

Se, infatti, è chiara sin da subito la posizione di supremazia ricoperta da Freddy nella corte dei miracoli di Rikers Island, la proposta di protezione che fa a Naz non ha quel tono minaccioso che ci saremmo potuti aspettare. Ciò non significa, certo, che il nostro protagonista debba tirare un sospiro di sollievo, anzi: la scena che conclude A Dark Crate lascia presagire tempi decisamente bui per lui, avendo egli rifiutato la mano tesa da Freddy. Certo, a un occhio esterno, la sua posizione a livello legale sembrerebbe migliorata: contattati dalla prestigiosa avvocatessa Crowe (Glenne Headly), offertasi di occuparsi del caso di Naz gratuitamente, i coniugi Khan non ci hanno pensato due volte prima di dare il benservito a Stone.

Il che ci porta a quella che è, indubbiamente, la scena più intensa della puntata: il faccia a faccia tra Stone e il suo (ormai ex) cliente, in cui emerge, senza ombra di dubbio, il legame di fiducia e di germinale affetto stabilitosi tra i due uomini, a dispetto delle ambizioni del primo e della riservatezza del secondo. Per Stone, allontanato dal caso ma in procinto di essere contattato dai soci del padre di Naz, ansiosi di denunciare il ragazzo pur di riavere il proprio taxi, sembra infrangersi un sogno appena sbocciato, quello di poter gestire, finalmente, un caso superiore alle risibili scaramucce legali di cui si occupa giorno per giorno. L'occasione di una vita, vanificata da un avvoltoio incipriato in gonnella.

Ancora una volta, la linfa vitale dell'episodio è garantita dalle eccelse performance attoriali di tutto il cast: dalla paura venata di fascinazione di Naz, meravigliosamente ritratta da Riz Ahmed, alla rassegnata malinconia dello Stone di Turturro, impossibilitato a occuparsi del ragazzo così come apparentemente inadatto ad allevare il gattino "orfano" della defunta Andrea Cornish, destinato a essere soppresso in dieci giorni. Il parallelo tra il micio in gabbia e Nasir è fin troppo immediato, ma aggiunge spessore a una sceneggiatura che usa la metafora con parsimoniosa cura. Lode, inoltre, alla new entri Michael K. Williams, in grado di dipingere con pochi tratti un personaggio ambiguo come Freddy, ben incastonato nella vaghezza psicologica che fa da padrone in The Night Of.

In conclusione: la serie procede su binari sempre più erti e, tuttavia, magnetici. Dopo una puntata relativamente statica - seppur impeccabile - come Subtle Beast, questo terzo episodio alza notevolmente l'asticella della tensione, seguendo da vicino le diversissime, eppur sincroniche parabole tragiche di Naz e di Stone, lasciandoci con una divorante curiosità su come i destini dei due protagonisti torneranno a incrociarsi la prossima settimana.

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