The Night Manager 1x06 [finale di stagione]: la recensione
L'ultimo episodio di The Night Manager chiude in bellezza un adattamento accattivante, lasciando la porta aperta a un eventuale sequel
A essere pignoli, si potrebbero trovare mille motivi per accusare il tanto machiavellico Roper di ingenuità nei confronti del suo protetto Pine, a partire dalla fiducia troppo prematuramente accordatagli e dall'insistita ignoranza di segnali evidenti a un occhio attento. Occorre tuttavia considerare un fattore piuttosto determinante: la tendenza indefessa, da parte del magnate, a usare amici e nemici come mere pedine del proprio gioco. Se non fosse stato per l'abile scacco sferrato da Burr a Dromgoole (Tobias Menzies) - mossa che lo priva, per la prima volta, della connivenza dello Stato - Roper si sarebbe ritrovato, probabilmente, sollevato da qualsivoglia accusa nel giro di pochi minuti, nonché libero di vendicarsi a proprio piacimento di Pine una volta rimborsati i propri clienti. Non v'è, dunque, errore di valutazione a cui l'uomo non pensasse di poter porre rimedio in un secondo momento, grazie alla rete di preziosi alleati disseminati tra le massime autorità inglesi. È quindi con inusitata soddisfazione che lo osserviamo incassare il colpo finale, di fronte a un'Angela che - su questo Roper ha pienamente ragione - declama il proprio discorso con troppa sicumera per non esserselo preparato con largo anticipo, mentre cullava, contro ogni logica, la speranza di poter sconfiggere il proprio arcinemico. Eppure, resta il dubbio che, in assenza degli insulti razzisti lanciati a Barghati e Kouyami, Roper si sarebbe comunque potuto salvare. Ma poco importa: le urla del miliardario nel furgoncino della polizia, incapace di accettare la propria evidente disfatta, sono il perfetto prezzo da pagare per un'arroganza rivelatasi inesorabilmente rovinosa.
Vale la pena spendere qualche parola per elogiare, ancora una volta, la grandezza registica di Susanne Bier, il cui occhio si è dimostrato il miglior servitore per una storia costellata di immagini di ampio respiro, con un taglio spettacolare che qualcuno potrebbe definire inusuale - se non addirittura sprecato - per il piccolo schermo. Tanto di cappello anche alla sceneggiatura di David Farr, vortice conturbante che avvolge lo spettatore nelle spire del fascino del male. L'ipotesi di un seguito, dato il successo di questa prima stagione, sembra non essere poi tanto lontana; e se la qualità della serie mantenesse, in futuro, il livello mostrato in questi sei episodi, The Night Manager potrebbe divenire uno degli appuntamenti televisivi di più alta qualità visti negli ultimi anni. In attesa di conferme o smentite, non resta che chinare il capo di fronte a un prodotto che ha confermato, passo dopo passo, ciascuna delle proprie ottime premesse, dimostrandosi capace di mettere a frutto ingredienti eccelsi in ogni settore, a formare un amalgama dal sapore unico e raffinato.