The Newsroom (seconda stagione): la recensione
La seconda stagione dello show di Sorkin non è perfetta, ma si migliora e rappresenta un passo in avanti rispetto allo scorso anno
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Anacronistica, banale, soporifera: la sigla della prima stagione di The Newsroom era una delle peggiori della storia della HBO (che negli anni ci ha abituato a ben altri livelli). E in qualche modo rifletteva il carattere dello show, che se da un lato veniva condotto dal ritmo sostenuto dei tipici dialoghi di matrice sorkiniana (battute veloci, taglienti, coinvolgenti), al tempo stesso mostrava perennemente il fianco a critiche sulla sua vera ragion d'essere. The Newsroom è, ancora oggi, un oggetto strano da decifrare: come i suoi protagonisti presuntuosi e perfetti (o che almeno si ritengono tali), lo show vola alto nei suoi scambi di battute che assomigliano a dei feroci colpi di racchette scagliati da giocatori di tennis professionisti. Ci perdiamo in quelle evoluzioni, le ammiriamo, ma a volte ci ritroviamo e ci chiediamo: che partita stiamo guardando? Quella di una serie sul mondo del giornalismo? Una riflessione sulla comunicazione? Un drama sulle vicende personali dei membri di una redazione? Tutto questo ma solo in parte, e comunque mai compiutamente. Simile, ma non uguale, a quel gioiellino della BBC che si chiamava The Hour.
Lo stesso Will McAvoy, il presentatore onniscente che esordiva con un monologo artificioso sul fatto che gli Stati Uniti non fossero più il più grande Paese del mondo (peggio della retorica aperta c'è solo la retorica nascosta), che si proclamava Repubblicano e agiva come Democratico, finalmente si scopre in questa seconda stagione. È più umile, pur mantenendo la sua aura di sbruffone, mostra le proprie debolezze, lo vediamo passare notti insonni, lo osserviamo scendere dal suo piedistallo (fosse anche per cantare Friday), lo seguiamo in una proposta di matrimonio forse affrettata, forse troppo improvvisa, ma umana. E lo vediamo anche, in una delle ultime puntate, esplicare finalmente la sua posizione di Repubblicano in un modo assolutamente condivisibile, e che in prospettiva getta anche una certa luce sugli episodi precedenti.