The Nevers: la recensione dei primi quattro episodi
The Nevers, la nuova serie tv di Joss Whedon, si inserisce senza troppo clamore in un filone già battuto di vicende simili
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Gli ultimi anni di cinema e tv ci hanno insegnato che, per ogni gruppo di esseri straordinari, o anche solo fuori dall'ordinario, esiste da qualche parte un luogo sicuro. Sono posti che hanno al tempo stesso i connotati di una scuola e di un rifugio, perché la loro finalità è sia insegnare che proteggere. E gli speciali non esistono mai di per sé, ma sempre come proiezione razionalizzata di un gruppo sociale disagiato. Perseguitati perché diversi. The Nevers abbraccia come più non potrebbe questo tipo di storia, e si inserisce senza troppo clamore in un filone già battuto di vicende simili. I primi quattro episodi della serie HBO, da noi trasmessa su Sky, non lasciano intravedere lampi di originalità particolari.
Nella confusione di generi di oggi non c'è alcuna differenza tra streghe e mutanti (vedi WandaVision) e anche per la scrittura di The Nevers sono praticamente la medesima cosa. La serie creata da Joss Whedon - che ha lasciato il progetto lo scorso novembre - lavora per accumulazione, ma quasi mai per caratterizzazione (di personaggi o ambientazione). Già da anni il sottogenere stregonesco è un veicolo che serve a parlare di femminismo, in una totale sovrapposizione di temi di emancipazione dalle strutture – e storture – della società. E questo sarà tanto più evidente in The Nevers con una sottotrama incentrata proprio su una relazione sconvolta dai poteri di lei e dalla relazione scomposta di lui.